Volontari democratici a caccia degli indecisi. "Qui si decide l'esito dello Stato più in bilico"

Nella Pennsylvania decisiva, si cercano elettori porta a porta per convincerli ad andare al seggio. "Combattiamo per ogni singolo voto"

Volontari democratici a caccia degli indecisi. "Qui si decide l'esito dello Stato più in bilico"
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A Erie si combatte strada per strada. Nella contea più periferica della Pennsylvania i democratici sono in fermento. Qui nel 2016 a Donald Trump era riuscito il ribaltone, mentre quattro anni dopo Joe Biden l'aveva riconquistata. Affacciata sul lago omonimo, la contea rappresenta uno snodo chiave della Rust Belt, la cintura arrugginita che ricorda il passato glorioso della grande industria americana. Il Mid-West inizia poco più in là, nel vicino Ohio, ma qui tutti si sentono legati a quella tradizione. Sam Talarico, responsabile democratico della contea, dice che qui l'uomo medio è come Tim Walz, il candidato alla vicepresidenza con Kamala Harris. Talarico coordina soprattutto gli sforzi per i candidati locali ma da anche una mano per le presidenziali.

Questi sono giorni intensi, si inizia all'alba e si finisce a notte fonda. Ci sono migliaia di case a cui bussare per portare gli elettori alle urne, racconta Jeremy, membro del comitato Harris attivo a in città. Ma la battaglia va condotta fuori, nei sobborghi e zone rurali dove vivono in maggioranza gli elettori. Ci presenta due giovani volontarie, Hannah, 24 anni, insegnante, e Cassidy 27 assistente sociale, si stanno preparando per una missione fuori città, bussare a un centinaio di case nel sobborgo di Harborcreek. Qui il porta a porta è già in una nuova fase racconta Hannah: «Abbiamo un'app che ci indica gli elettori registrati come democratici e che ci hanno già detto che vogliono votare. Il nostro compito è di chiedergli come sta andando». Alla prima casa la prima sorpresa: una signora di 94 anni che apre timidamente la porta: «Votavo democratico una volta, ma questo giro non intendo votare, non posso uscire per andare al seggio». Subito le due volontarie le organizzano il voto postale, le fanno firmare un documento e le promettono che in pochi giorni arriverà la busta con la scheda.

La gioia per il sì dell'anziana è tanta. «Qui combattiamo per ogni singolo voto, se ognuno di noi porta al seggio almeno cinque elettori a testa possiamo farcela», spiega Cassidy. Tantissimi non rispondono al campanello, altri dicono di aver già votato. Poi spuntano anche le prede più ambite: gli indecisi. Si parte con un lungo confronto, cosa non convince di Kamala, perché Trump è un pericolo e via di dibattito sull'uscio di casa, mentre fuori il vento dell'autunno, spinto dal vicino Canada, porta il primo freddo.

È la campagna elettorale del porta a porta questa. Quella che era mancata nel 2020, dove tutto fu virtuale a causa della pandemia. Le giovani hanno il morale alto, ma ammettono che è ancora lunga. Le oltre tre ore di camminata tra i vialetti pieni di foglie e addobbi per la festa di Halloween finiscono con un paio di elettori che confermano di aver votato in anticipo.

Ma non è tutto oro quello che luccica in questo spicchio di Pennsylvania. Miriam, che durante la settimana lavora, partecipa come volontaria solo nel fine settimana. Porta il suo entusiasmo ma non è convinta della macchina messa in piedi da Harris. «Ho fatto altre quattro campagne», ci racconta, «quella del 2008 di Obama in Ohio era organizzata molto meglio, con meno app e più fogli e lavoro sul campo».

L'ultima contea del Keystone State fa gola sia a Trump che a Harris, prenderla vorrebbe dire avere in mano le chiavi del Mid-West. Qui in larga parte è mondo di classe operaia. Di gente che anni fa aveva un futuro grazie all'industria pesante ma che oggi ha dovuto riadattarsi.

Talarico spiega ancora che Biden ha fatto tanto, che c'è tanto lavoro, che alcuni piccoli imprenditori come elettricisti e idraulici non riescono a soddisfare tutte le commesse. Ma l'inflazione morde ancora molto e su questo Trump sta puntando tantissimo.

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