La foto del giorno: lotta all'ultimo insulto per la Casa Bianca

In queste elezioni presidenziali, la retorica dei due schieramenti è scaduta nell'insulto più becero

La foto del giorno: lotta all'ultimo insulto per la Casa Bianca
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Quella che sta per finire negli Stati Uniti è stata una campagna bestiale. Tra Kamala Harris e Donald Trump (e rispettivi staff e sostenitori) è andata in scena una gara all’ultimo insulto. E non è ancora finita. Se per il team Harris, il tycoon è in ordine sparso "un fascista, un meschino, un dittatore, un tiranno, un corrotto", per Donald e chi gli gravita intorno, l’attuale vicepresidente è invece "diavolo, prostituta, stupida, minorata mentale, alcolizzata", e via così, in un crescendo che nemmeno nei peggiori bar del Bronx dopo una serata ad alto tasso alcolico. Insulti e affini che se il vice portaborse di un sotto-sotto-sotto-segretario di casa nostra si sognasse di pronunciare su un avversario politico spunterebbero patiboli nelle piazze di mezza Italia.

Basta così? Nemmeno per idea. Perché qua e là in giro per gli States vale tutto. I tempi cambiano, forse non ci sono più i comunisti di una volta che mangiavano i bambini. Così nelle scorse settimane Trump disse che gli immigrati mangiano cani e gatti rubati ai cittadini di Springfield e una band sudafricana ne ha fatto una canzone scimmiottandolo: è diventata una hit, facendo milioni di visualizzazioni in rete e raccogliendo fondi per i cani e i gatti abbandonati.

A Janesville, in Wisconsin, uno degli stati più in bilico, sono spuntati cartelli in cui i fan di Kamala abbaiano "Il mio cane è più intelligente di Trump". Del resto, in una delle elezioni più incerte di sempre, ogni voto conta. Cani (e porci) sono ben accetti, purché votino. Benvenuti in America. Benvenuti allo zoo. E in bocca al lupo…

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