Abusi edilizi a Capri: il processo Montezemolo slitta per il mare grosso

nostro inviato a Capri

Onda su onda e il processo a Luca Cordero di Montezemolo si infrange sui faraglioni della Giustizia, vittima del maltempo. Nel tribunale in miniatura di Capri, a trecento passi dalla celeberrima piazzetta ieri stracolma di vecchietti veneti e giapponesi infreddoliti, la sentenza per gli abusi edilizi nella villa del presidente della Ferrari sembrava cosa fatta.
Era nei programmi dell’elegante giudice unico Alessandra Cataldi, che seppur in ritardo di un’ora rispetto al programma affisso all’entrata, s’era decisa a chiudere il dibattimento in giornata con l’interrogatorio degli ultimi testi, la requisitoria del pm, le arringhe dei difensori di grido, per poi entrare in camera di consiglio e in serata emettere il verdetto tanto atteso dalla politica italiana.
E invece a forza di sbirciare dalla finestra alle sue spalle s’è resa conto che quel mare impazzito, preso a schiaffi dalla tramontana, sempre più grosso e sempre più nero, rischiava di impedire ai presenti, lei compresa, un ritorno sulla terraferma anche con l’ultima corsa delle otto. E così mentre in aula l’architetto arrivato da Roma dava la sua versione su quei discussi lavori di ristrutturazione e ampliamento fatti all’insaputa del padrone di casa, il giudice aveva conferma che alle quattro in punto salpava l’unico e ultimo bastimento della Snav.
Mezz’ora di tempo. Bisognava fare presto. Con l’udienza successiva fissata ai primi di maggio, tutti fuori a conquistarsi un taxi per fiondarsi giù nei tornanti con la speranza di trovare un passaggio nell’ultimo traghettamento su Napoli. Chi è stato meno fortunato ha visto l’aliscafo mollare gli ormeggi con qualche difficoltà, anche se poi il mare s’è calmato e il traffico sul Tirreno è tornato normale. Alle 19 giustizia era fatta.
Peccato. Perché c’era grande attesa per il processo a Montezemolo, un processo alla fiducia mal risposta: il direttore dei lavori e il titolare dell’impresa edile appaltatrice hanno infatti patteggiato rispettivamente 12 e 10 mesi di condanna (con pena sospesa). E ben gli sta, perché non è cosa buona e giusta trasformare un garage nella casa del custode e a mettere mano a un rudere adibito a ospitare attrezzi agricoli per trasformarlo in una dependance di 22 metri quadrati, senza avvisare chi di dovere.
Ma chi avrebbero dovuto avvisare? Villa Caprile è stata acquistata nel 2002 dalla società «Fisvi Holding srl» di cui il leader di Italia Futura detiene il 99 per cento del capitale sociale ma il restante uno per cento è di Francesco Saverio Grazioli, presidente della «Fisvi», diventato suo coimputato. Poi non si capisce perché pure gente importante di qua (l’ex sindaco, il comandante dei vigili), senza che nessuno gli avesse chiesto niente, è finita alla sbarra in un processo gemello con l’accusa d’aver imbrogliato le carte sugli abusi nella casa di Montezemolo.
Il sospetto dei pm è che abbiano cercato – all’oscuro di Luca, s’intende – di silenziare lo scandalo, rallentando e ostacolando i controlli per non provocare imbarazzi all’illustre ospite.

E guai a fare dell’ironia sulla Fiat Panda regalata alla polizia municipale caprese. Nessuna corruzione, la donazione rientrava nella campagna promozionale rivolta ai centri turistici più importanti d’Italia. Sempre a pensar male, sempre a sua insaputa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica