Addio al bollo auto per salvare tasche e ambiente

La promessa di governo di Silvio Berlusconi farebbe risparmiare agli italiani 5,9 miliardi di euro. E ridurrebbe l’inquinamento atmosferico. L’idea doveva già entrare nel programma del Pdl. Della Vedova: "La tassa di possesso incentiva l’utilizzo. Meglio il concetto del più guidi e più paghi"

Addio al bollo auto per salvare tasche e ambiente

da Milano
Il coup de théâtre di venerdì sera a «Matrix», ovvero il «coniglio» che Silvio Berlusconi ha estratto a sorpresa dal suo cilindro elettorale (abolire anche il bollo che grava su automobili e motocicli) non è in verità una novità assoluta. L’idea di arrivare a cancellare questa gabella - che se non sarà odiosa proprio come l’Ici, di certo è quantomeno irritante per tutte le persone costrette a muoversi - avrebbe dovuto essere inserita nel programma del Popolo della libertà. «Questo perché anche soltanto sotto un profilo generale ritenevo che il meccanismo di tassazione dei mezzi di trasporto a motore andasse trasferito dalla proprietà, così com’è oggi, al loro effettivo utilizzo», spiega il papà dell'idea, l'onorevole Benedetto Della Vedova, leader dei Riformatori Liberali, movimento nato da una costola radicale per aderire nel 2006 all’allora Casa delle libertà.
Della Vedova, che per via dei cromosomi politici e degli studi economici svolti, oltre ad essere liberale è anche da sempre un ultra convinto liberista, spiega la validità di questa ipotesi di ulteriore alleggerimento dei prelievi dalle tasche degli italiani anche con una motivazione ambientale. Alla quale, molto probabilmente, non devono essere del tutto estranee le sue origini valtellinesi: nel senso che se a una tassa in meno si può aggiungere un po’ d’aria pulita in più…
«Mi sembra infatti che il concetto elementare del “più la usi e più paghi”, riferito all’auto o alla moto, sia quello più intelligente anche sotto il profilo ambientale», spiega il parlamentare ricordando per analogia lo stesso concetto di fondo che ispira l’Ecopass introdotto recentemente dal Comune di Milano.
Comunque, al di là delle «filosofie», l’annuncio fatto l’altra sera da Berlusconi è caduto in chiusura di campagna elettorale facendo un più che discreto rimbombo. Proporzionato del resto alle cifre in ballo. Ovvero, innanzi tutto, a quei complessivi 5,9 miliardi di euro che gli italiani versano ogni anno per poter circolare sulle strade. Una tassa sulla libertà di movimento - in ultima analisi si tratta di questo - che grava sui proprietari di 35 milioni di vetture e di almeno 10 di motocicli (dati relativi al 2006).
Una tassa, chiamata di possesso, che pur se regolamentata a livello nazionale è un tributo regionale che può essere modificato verso l’alto o verso il basso dalle singole amministrazioni nell’ambito della loro autonomia finanziaria. Parte del prelievo resta comunque allo Stato. Nel 2007, per il combinato effetto tra l’aumento del prelievo medio e la notevole crescita dei mezzi circolanti, il gettito incassato dallo Stato centrale è stato di 701 milioni di euro, in crescita del 19,2% rispetto ai 588 milioni dell’anno precedente.
Altre cifre interessanti, per tracciare un profilo più completo del parco motorizzato italiano, sono quelle riferite alle fasce di modelli. Dove, tra le quattro ruote, dominano le piccole e medie cilindrate - soltanto il 92% delle automobili in circolazione nel nostro Paese ha infatti una potenza superiore ai 100 kw, pari a 136 cavalli - e dove soltanto un 20% circa è rappresentato dalle vetture cosiddette Euro 4, ovvero le meno inquinanti, in regola con le normative ecologiche comunitarie. La fetta più grossa, il 30%, è purtroppo ancora quella delle fumose Euro 2, mentre le Euro 0 ed Euro 1 - mefitiche e malsane ciminiere - costituiscono insieme oltre il 25%.
È proprio anche in considerazione di questi dati che Della Vedova ritiene senz’altro meglio ridurre - magari progressivamente - il bollo piuttosto che farlo sulla parte fiscale che compone il prezzo della benzina. «La tassa di possesso è infatti un incentivo all’uso, per non dire all’abuso, dell’automobile.

Nel senso che se io il bollo l’ho pagato, allora tanto vale che usi la vettura quanto più posso o voglio, quasi a voler in un certo senso “ammortizzare” quella gabella. Nel senso che, essendo appunto tale, ovvero fissa, più circoli (e più inquini, ndr) e meno sei convinto di pagare». Ma, appunto, è soltanto una convinzione.

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