Più che ununica storia, questa è una storia unica. Perché a ben guardare ne racchiude altre, diverse, seppur legate tra loro: quella di un ex orfano che ha fatto fortuna; quella di un grande Paese lontano che la fortuna spesso la regala; quella di un paese piccolo e vicino - molto più piccolo e molto più vicino - dove invece la fortuna bussa di rado; e infine quella di un regalo (o è un sogno?) forse ingenuo, ma di certo generoso, che però non tutti sembrano voler ricevere. Succede.
Luomo è Domenico - detto Dominik - Scaglione, oggi 74enne, che dopo unadolescenza in un orfanotrofio siciliano emigrò diciottenne in America con ancora indosso la tonaca da seminarista. Il grande Paese lontano è quello che lo accolse nel 51 sullisola di Ellis Island, a New York, affidandogli un documento e unopportunità, come del resto ha fatto con tutti. Lui però non la sprecò: 22 anni dopo, appena quarantenne, era già vicepresidente della Chase Manhattan Bank, nonchè braccio destro del finanziere David Rockefeller. Il paese piccolo e vicino è invece quello suo dorigine, Partinico, centro agricolo a una trentina di chilometri da Palermo. Il regalo, infine, è quello che ora Dominik, arrivato a quelletà in cui di norma si comincia a guardare più indietro che in avanti, vorrebbe fare alle 27.381 anime partinicesi: un enorme Cristo benedicente in bronzo, alto venti metri, da issare su un piedestallo di marmo di altri dieci metri in cima al colle Cesarò.
Scaglione, partito dalla Sicilia in anni ancora senza televisione, quando lAmerica era soltanto qualcosa di incerto e remoto descritto nelle lettere di chi cera già arrivato, un luogo imprecisato al di là del mare, perfino oltre lisola di Favignana, ha probabilmente ancora negli occhi la sagoma della Statua della Libertà scorta già da lontano al suo arrivo. E deve forse aver pensato a quei 93 metri rassicuranti (46 di statua e 47 di piedestallo) per fare un regalo al suo antico paese. Lui si accontenta di 58 metri (38 la figura del Cristo, più 20 di basamento), che ne farebbero il secondo Redentore più grande del mondo dopo quello che dalla cima del Pan di Zucchero domina Rio de Janeiro.
Gran festa, allora, a Partinico? Neanche per idea. Almeno non per tutti. Ringrazia, ovviamente, il primo cittadino Giuseppe Motisi. Ma perfino in questo angolo di Sicilia rurale che profuma ancora - vivaddio! - di uva e mandorle, è ormai arrivato - ahimè -il bla bla democratico ma spesso sgrammaticato dei blog, versione in un certo senso onanistica e sicuramente meno nobile dellantico chiacchiericcio dei vicoli. Sta di fatto che il paese, così come risulta dal sondaggio lanciato sul locale sito LiberaMente (sottotitolo: «analisi, commenti e controinformazione sulla politica, gli affari e la società civile di Partinico e dintorni») si è diviso praticamente in due: con un 42% - dato aggiornato a ieri - di contrari al Cristo dello zio dAmerica, già ribattezzato da alcuni «il Cristone» e un 40% di favorevoli. Per la cronaca, lipotesi alternativa delleffigie in bronzo di una non meglio identificata personalità locale, tale Pino Suriano, resiste nel sondaggio con un onorevole 19% di suffragi.
Cè insomma chi, nella Sicilia devota a santi e processioni, non vede di buon occhio limponente statua. Forse perchè teme che finisca solo per fare ombra, o forse perchè da uno zio dAmerica si attenderebbe qualcosa di più concreto.
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