Il calcio italiano ha ricordato ieri, con un minuto di raccoglimento, Giulio Campanati, ex fischietto di alto livello e poi presidente dellAssociazione italiana arbitri. Milanese, aveva compiuto 88 anni lo scorso 15 giugno. Era un gentiluomo, un po timido in rapporto al ruolo dellarbitro, molto signorile nei rapporti sul campo con i giocatori e gli allenatori. Da dirigente fu molto vicino ai giovani colleghi che iniziavano lattività ricordando loro «chi fa questa carriera lo fa solo per passione» e «non fate pesare il vostro ruolo ma fate in modo da far capire che il comando è vostro».
Si appassionò allarbitraggio nel 1941 quando il padre lo condusse alla sezione milanese degli arbitri Umberto Meazza, e poi confessò di aver pensato che lassociazione fosse intitolata al giocatore Giuseppe Meazza e non al primo ct della nazionale italiana. Aveva debuttato in serie A il 3 maggio 1953 con Bologna-Juventus (1-1). I suoi granci colleghi allepoca erano Orlandini, Agnolin padre, Massai, Jonni, Bernardi per arrivare fino al Lo Bello. Erano altri tempi, le giacchette nere, come venivano chiamate, interpretavano lattività domenicale quasi gratis, solo modesti rimborsi spese e tanta passione. Arbitrò altre 165 partite fino al 27 marzo 1966 quando, dopo Fiorentina-Juventus, a sorpresa annunciò il ritiro per dedicarsi allattività imprenditoriale della famiglia, specializzata in mosaici, restaurando anche pochi anni fa la pavimentazione della Galleria di Milano.
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