L'ammucchiata di Renzi, Saviano in tv, le fonti dei burocrati Ue: il podio dei peggiori

Renzi si ributta a sinistra e propone una mega ammucchiata anti Meloni. Saviano (a settembre in Rai) parla ancora di censura. Bruxelles contro l'Italia ricicla report patacca. Ecco i peggiori della settimana

L'ammucchiata di Renzi, Saviano in tv, le fonti dei burocrati Ue: il podio dei peggiori
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Elly Schlein e Matteo Renzi, che coppia. Li abbiamo visti tutti, abbracciati, alla partita del cuore. "Lei ha segnato anche grazie al mio assist - ha raccontato lui - peccato per il gol annullato per fuorigioco". Chissà se è stato il pallone a far scattare la scintilla. Sta di fatto che, subito dopo il match, l'ex presidente del Consiglio è entrato a gamba tesa sugli equilibri delicatissimi del centrosinistr, proponendo una mega ammucchiata anti Meloni. Un campo larghissimo con dentro i manettari a Cinque Stelle, l'estrema sinistra del duo Bonelli-Fratoianni, i dem capitanati de un'ex sardina e poi, appunto, Renzi, centrista ex piddino nonché defenestratore dell'ex alleato e adesso alleato di nuovo Giuseppi Conte. Da farsi venire il mal di testa. Per questa ennesima piroetta Renzi si becca il terzo posto sul podio dei peggiori. Non c'è che dire: se sodalizio sarà, non mancheranno occasioni per farsi quattro risate. Già l'avvocato del popolo che serve il due di picche a Renzi dicendogli che, a differenza sua, per lui "la politica è una cosa seria", vale il prezzo del biglietto.

Il secondo posto va a Roberto Saviano che, dopo quasi due anni dall'arrivo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, è ancora in giro a lamentarsi che in Italia, da quando c'è al governo il centrodestra, non c'è più libertà di espressione. Eppure a settembre tornerà a pontificare su Raitre con un programma tutto suo: Insider. Su X, subito dopo la presentazione dei palinsesti autunnali di viale Mazzini, ha avuto il coraggio di scrivere che il suo programma "censurato per più di un anno per volontà politica" andrà ora in onda "nella peggiore Rai di tutti i tempi". Non è certo da meno Serena Bortone che, dopo mesi di polemiche inutili, scopriamo essersi portata a casa un programma quotidiano su Radio 2 e che non la vedremo più in televisione soltanto perché "non ha ritenute idonee le proposte che le sono state fatte su Raiuno e Raitre". Alla faccia della censura: a certi maître à penser, ormai a corto di visibilità, non sono rimasti più argomenti.

Al primo posto il belga Didier Reynders di Renew, presidente della Libe, la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni dell'Unione europea che ha messo nel mirino l'Italia nell'ultimo rapporto sullo Stato di diritto. Informazione, giustizia e premierato: contro il governo Meloni sono arrivate bordate a destra e a manca. "Magistrati in pericolo", si legge. "Riforme illiberali". E altro fango. Tutto senza alcun fondamento. Le fonti dei burocrati europei, infatti, sono tutte associazioni tutt’altro che amiche dei governi di centrodestra. Amnesty, Emergency, l’Anm, Libera di don Luigi Ciotti, Open Society Foundations di George Soros e così via. È la stessa strategia diffamatoria già usata in passato per screditare l’Ungheria e la Polonia.

E per la sinistra nostrana è manna dal cielo: anziché smentire certe panzane e difendere il nostro Paese, fanno da cassa di risonanza a queste bugie. Sono disposti a tutto pur di attaccare la Meloni. Anche a perdere la faccia.

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