Africa, elefanti nati senza zanne per scampare ai bracconieri

Africa, elefanti nati senza zanne per scampare ai bracconieri

Ogni anno sono circa 20mila gli elefanti africani uccisi dai bracconieri per le loro preziosissime zanne. Una strage senza fine, che ancora oggi alimenta il commercio illegale di avorio. I pachidermi ormai sono protetti da numerose organizzazioni internazionali, oltre che dalle leggi in vigore nei singoli Stati. Ma questi sforzi nella maggior parte dei casi non bastano. E allora, per scongiurare il rischio di estinzione, la natura ha pensato di organizzarsi da sola. Come? Facendo in modo che i nuovi esemplari si evolvano nascendo con zanne molto più piccole, o addirittura privi delle richiestissime protuberanze.

La scoperta si deve a un gruppo di scienziati esperti in genetica del Gorongosa National Park, in Mozambico. Da qualche anno nella zona protetta i pachidermi crescono senza denti. E questo sta dando loro un enorme vantaggio: non vengono più cacciati dai bracconieri. Secondo una ricerca recente, circa un terzo delle femmine nate dopo il 1992 non ha mai sviluppato le zanne. Un evento solitamente molto raro nelle specie africane, visto che riguarda solo il due per cento degli animali di sesso femminile. Come mai in Mozambico i dati sono esponenzialmente più alti? È questa la domanda che ha spinto i ricercatori a indagare. Gli scienziati sono arrivati alla conclusione che in qualche modo l'evoluzione stia cercando di difendere le femmine, martoriate durante gli anni della guerra civile nonostante siano dotate di zanne più piccole e leggere rispetto a quelle dei maschi. E questo non starebbe succedendo solo in Mozambico. Molti altri Paesi africani afflitti dalla piaga del bracconaggio hanno infatti notato un radicale cambiamento nelle nuove generazioni di elefanti. In Sudafrica, per esempio, circa il 98 per cento delle femmine nate nel parco nazionale Addo Elephant dal Duemila a oggi sono state dichiarate prive di zanne. «Questo dimostra come la pressione dei bracconieri sugli animali non si limiti solo alla scomparsa degli esemplari uccisi, ma incida profondamente sull'evoluzione della specie», conferma Ryan Long, ecologista all'università americana dell'Idaho.

Ancora non è chiaro se questo fenomeno sia positivo e se possa davvero salvare gli elefanti africani dal rischio di estinzione. Di sicuro però dimostra come la natura, e la vita, siano più forti della scelleratezza umana.

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