Aggressione gay, forse ci sono le immagini

Potrebbero avere presto un volto le persone che nella notte tra il 24 e il 25 maggio hanno aggredito un giovane omossessuale di 24 anni in via del Fagutale, nei pressi del Colosseo. Una telecamera posizionata sull’edificio di una scuola, esattamente di fronte al luogo in cui la vittima è stata accerchiata e picchiata, infatti, potrebbe aver registrato le immagini dei quattro o cinque balordi.
Il filmato è ora al vaglio degli investigatori della Digos che ieri, dopo aver ricevuto la denuncia di quanto accaduto quella sera, hanno portato il ragazzo sul luogo del raid per un sopralluogo. Qui il giovane ha ripercorso con gli agenti della questura le fasi di quei terribili momenti, quando un gruppo di sconosciuti lo ha preso di mira soltanto perché gay mentre stava per raggiungere le scale che portano in via Cavour. «Siamo pienamente disponibili a collaborare con gli inquirenti per far luce sulla vicenda», sostiene l’avvocato Daniele Stoppello. La Procura, intanto, si appresta ad aprire un’inchiesta ipotizzando il reato di lesioni gravi. Il fascicolo verrà formalmente aperto non appena la denuncia arriverà a piazzale Clodio.
Il sindaco Gianni Alemanno, intanto, boccia la legge contro l’omofobia per la cui approvazione nei giorni scorsi il gay aggredito aveva fatto un appello al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Sono contrario ad una legge sull’omofobia da punto di vista complessivo - dice il primo cittadino - perché avrebbe inevitabilmente dei contenuti ideologici. Sono invece favorevole ad un’aggravante specifica per i reati di violenza. Una legge che introduce il reato di opinione può essere problematica per molti aspetti e quindi è inaccettabile». Una posizione, quella del sindaco, che non è piaciuta all’Arcigay Roma. «Alemanno non dica no alla legge contro l’omofobia - afferma il presidente dell’associazione, Fabrizio Marrazzo - crediamo che approvarla sia oggi un preciso dovere da parte del Parlamento: un atto necessario e concreto per fronteggiare la violenza. Tutte le istituzioni insieme lavorino perché si arrivi presto a risposte concrete e indispensabili». Il portavoce del Roma Pride Mattia Cinquegrani chiede ad Alemanno di ripensarci: «La legge in discussione alla Camera è uno strumento utile ed è necessario che il Parlamento la approvi quanto prima per dare un segnale forte contro questi episodi di violenza». Anche per Imma Battaglia, presidente di Gay Project, «il sindaco sbaglia nel bocciare la legge».

«Non sono d’accordo - dice - da sempre sostengo che sia necessaria una risposta politica ai casi di violenza che, seppure isolati, cominciano ad essere tanti e ripetuti così come ci vuole una risposta alla percezione sociale di una deriva violente e omofoba».

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