"Ai domiciliari dalla madre". Antonio Di Fazio vuole tornare a casa

"Ai domiciliari dalla madre". Antonio Di Fazio vuole tornare a casa
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Trasferirsi da una comunità protetta per pazienti psichiatrici, a casa della madre a Milano. Antonio Di Fazio era finito in carcere nel maggio 2021 per avere narcotizzato e stuprato una studentessa, attirata in casa con la scusa di uno stage: pochi mesi dopo è stato scarcerato e messo ai domiciliari in un centro ad «alta intensità assistenziale» per curare il suo disturbo narcisistico della personalità. Nei giorni scorsi ha chiesto, con il suo nuovo avvocato Ivano Chiesa, di affievolire nuovamente la misura cautelare.

Sostiene la difesa, allegando la relazione di una psicologa, che il luogo dove si trova ora sia «anacronistico rispetto agli obiettivi raggiunti» e che questo rischi di «compromettere il percorso già avviato». È di tutt'altro avviso la procura generale che ha dato parere sfavorevole, sostenendo anzi che Di Fazio non si è pentito e dovrebbe intraprendere un percorso per uomini abusanti. «Non si ritiene opportuno il suo rientro nell'ambiente dove sono originati i fatti per cui vi è stata condanna», scrive la sostituta pg Laura Gay. «L'imputato - sottolinea - rientrerebbe in quell'ambiente familiare tossico che gli ha ampiamente consentito di commettere i reati». Evidenzia poi che potrebbe avere contatti con il figlio minorenne, «vittima inerme, da anni, ormai sottoposto a forti pressioni psicologiche, attualmente in affido esclusivo alla madre».

La corte d'appello, con il presidente della prima sezione Paolo Carfì, si è riservata in attesa di ricevere dalla difesa una relazione della comunità sull'esito del percorso psicoterapeutico. Di Fazio è stato condannato a 9 anni di carcere in appello per abusi sessuali con l'uso di benzodiazepine. Già un anno e mezzo fa, la notizia della sua scarcerazione da San Vittore e inserimento in comunità aveva allarmato le vittime.

Oggi la misura sarebbe ancora più blanda. Ecco perché alcune, come la ex moglie assistita dall'avvocata Maria Teresa Zampogna, hanno presentato memorie per rigettare la sua richiesta. La decisione spetta ora alla corte.

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