Onorevole Mussolini, si è pentita?
«E di cosa, scusi»?
Di come ha affrontato la ministra-ombra Pina Picierno, giovedì, a «Porta a Porta».
«Ma sta scherzando?».
Non pensa che sia stato una sorta di atto squadristico, per di più commesso contro una giovane collega?
(Risata sonora) «Macché atto squadristico e squadristico! Ho intrapreso una meritoria opera pedagogica nei confronti di una giovane deputata, direi».
Addirittura.
«Massì, ho solo sequestrato dei foglietti a una che leggeva, e non avrebbe dovuto farlo».
L’interessata non è stata propriamente contenta di questo intervento pedagogico, come lo chiama lei.
«Basta con i buonismi e i polli di batteria. Vogliono andare nei grandi talk show? Vogliono fare i ministri? Si preparino!».
La Picierno ci è rimasta male?
(Ride) «Eh, eh, eh... Mi dovrebbe ringraziare: le ho regalato il battesimo del fuoco. Adesso sa che cosa l’aspetta d’ora in poi».
Lei contestava al ministro ombra di leggere quei foglietti...
«Non io, lo hanno visto tutti! Leggeva delle veline, e per giunta sbagliate. Come tutti quelli che recitano a pappagallo recitava male una parte che non conosceva».
Ne è sicura?
«Come quando ha detto che c’era una sola volante per tutta la provincia di Caserta. Le pare una cosa seria?».
Me lo dica lei.
«Per nulla. Vede, la politica richiede preparazione e capacità comunicativa. È come se una andasse ad una interrogazione: devi dire quello che sai, non quello che riesci a copiare».
Ma perché lei si è arrabbiata tanto?
«Perché io credo che uno possa criticare quanto vuole il governo. Ma deve essere in grado di sostenere quello che dice. E perlomeno di sapere quello che dice. Se uno recita un copione e per giunta non ci crede che voto gli darebbe un professore?...»
Sta dando della copiona a un ministro-ombra...
«Al contrario: direi che è lei che si mette nei guai da sola. Cerca sempre di fare la maestrina. Ma per fare la maestrina bisogna conoscere la lezione».
Vi eravate già scontrate, pardon, incontrate?
«Oh sì, a Omnibus, da Piroso. E lei è sempre lì, con i suoi appuntini, a ripetere il rosario bla-bla-bla...».
Che cosa ha contro gli appunti?
«Ma scusi, questi non sono appunti... Non è una nota per ricordarsi, chessò, una cifra esatta. È come uno che va a fare il compito di latino con la versione tradotta dentro il vocabolario. Le pare virtuoso? È come quegli studenti che vanno all’esame con la cartucciera piena di fogliettini, che senso ha? La politica è un’altra cosa».
Ma cosa c’era dentro questi benedetti foglietti?
«Non lo so, non ho fatto in tempo a leggerli: me li ha sequestrati Vespa».
Chiederà scusa?
«No, casomai mi deve delle scuse lei. Non ci si confronta ad armi pari con un interlocutore, se si ha il foglietto nascosto».
Ma lei è più arrabbiata per i fogliettini o per quello che c’era scritto?
«Entrambe le cose».
Cioè?
«La Picierno ha fatto ridere tutti quanti quando ha detto che la Campania di Bassolino sarebbe piena di Centri per la legalità. Ma quali centri? Parliamo di una regione dove non ci sono nemmeno le piazze illuminate! Non è che servano foglietti, basta aprire gli occhi».
Magari agli esordi della sua carriera anche lei aveva i foglietti...
«No, guardi, semmai è il contrario: se da anni sopravvivo in televisione è perché avrò tanti difetti, forse, ma almeno un pregio: sono una spontanea in mezzo a tante mummie».
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