Algeria, 7 ostaggi e 11 sequestratori morti in assalto finale a In Amenas

Le forze speciali danno l'assalto al campo petrolifero ancora tenuto dai terroristi. Morti altri sette sequestrati

Algeria, 7 ostaggi e 11 sequestratori morti in assalto finale a In Amenas

I numeri sono poco chiari, le notizie frammentarie e confuse, i dati incerti. La crisi degli ostaggi di In Amenas, tenuti dai terroristi nell'impianto petrolifero della Bp, solleva più dubbi che altro.

C'è una certezza: almeno un centinaio di stranieri sono stati salvati dalle forze speciali algerine. Le stesse che hanno condotto l'assalto finale contro il campo petrolifero tenuto dai terroristi, uccidendone undici.

Più difficile è confermare il numero delle persone che all'interno dell'impianto hanno trovato la morte. Giovedì si era parlato di 50 uomini (tra rapiti e rapitori) uccisi nel corso di un blitz fallito, che ha causato più di un mal di pancia alla diplomazia occidentale. Ma secondo la stampa algerina altri 15 corpi sarebbero stati ritrovati carbonizzati dagli uomini che perlustravano l'immenso campo petrolifero. Infine sarebbero sette gli ostaggi uccisi poco prima dell'ultimo assalto alla improvvisata roccaforte degli islamisti. Unica buona notizia, il ritrovamento di 16 ostaggi nascosti all'interno del campo.

Il rapimento messo in atto dagli uomini di Moctar Belmoctar, jihadista algerino con alle spalle una militanza ventennale nelle formazioni terroriste locali (dal Gruppo islamico armato al Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, fino all'ultima reincarnazione nell'Aqmi, la costola magrebina di al-Qaeda) si è concluso in ogni caso con quella che si può dire a ragione una carneficina. Tra gli Occidentali rimasti uccisi a In Amenas - è notizia di ieri sera - anche un americano, Frank Buttaccio.

Le unità speciali algerine hanno continuato durante la notte la ricerca degli uomini ancora nella mani dei terroristi. Controllare tutto il complesso petrolifero non è cosa facile: si estende su diverse migliaia di metri. E questa mattina il numero delle persone tenute in ostaggio - almeno sette, ma non si esclude quasi trenta - era ancora alto.

Onu: "Attacco atroce"

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite si è riunito ieri sera. La condanna di quanto avvenuto in Algeria in un comunicato che parla di un attacco "atroce". E che chiama le parti alla massima cooperazione, invitando gli Stati a collaborare "con le autorità algerine", ma chiedendo anche rispetto per "le leggi internazionali" nella lotta al terrorismo, una condanna tra le righe alla gestione della crisi.

Le condizioni dei sequestratori

Difficilmente la comunità internazionale darà ascolto alle richieste dei terroristi. Ciononostante i rapitori, che secondo l'Ani, agenzia d'informazione mauritana sarebbero guidati da Abdul Rahman al-Nigeri, terrorista vicino a Belmoctar, hanno posto due condizioni per il rilascio degli ultimi ostaggi.

Fin da subito era stata messa in chiaro la prima richiesta: il ritiro delle forze armate francesi dal Mali.

Solo in seguito la seconda: la liberazione di due terroristi in carcere negli Stati Uniti. Si tratta di Aafia Siddiqui, neuroscienziata pachistana e di Omar Abdel-Rahman. Punto di riferimento della Jamaa Islamya, lo sceicco cieco è stato la mente del primo attacco alle Torri Gemelle, nel 1993.

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