Almeno un dato confortante c’è. Per il momento. «I grandi cartelli internazionali - quelli che muovono miliardi tra il Sudamerica, l’Europa, il Nord Africa e l’Asia - non trattano ancora le droghe sintetiche. Le grandi organizzazioni criminali sulle quali indaghiamo e possiamo fornire dati consistenti investono in cocaina, eroina, hashish... Per adesso non esiste una filiera. Certo, il giorno in cui Cosa nostra, gli albanesi, i nigeriani o i sudamericani decideranno di mettersi in affari seriamente anche in questo nuovo settore, quello delle “droghe del domani”, be’, allora saranno guai...».
Luigi Rinella, 40 anni, neo vice dirigente della squadra mobile e capo della sezione narcotici, ex ufficiale di collegamento a Washington e, prima ancora, capo dell’antidroga al settore centrale operativo (Sco) di Roma, definisce l’ecstasy una «droga empatica», da circoli ristretti, legata a un fenomeno sociale di aggregazione tipicamente giovanile e molto europeo. «La usano i ragazzi per sentirsi più disinibiti in discoteca e ai rave party. Il fatto che dia una dipendenza fisica del 100 per cento significa che solo se ne fai uso riesci a comportarti in un certo modo. Anche negli Usa gira in club ristretti, in certe feste. Per capire cosa intendo basta osservare la realtà di Milano: un manager che fa uso di stupefacenti prende la cocaina mentre l’ecstasy e tutte le droghe sintetiche sono roba da discoteca, da rave party, da giovanissimi insomma. Ragazzi che, magari, hanno un lavoro stancante. E che per far coesistere nottate brave con orari e ritmi di lavoro pesanti, decidono di prendere qualcosa che annulli stanchezza e sonno».
Il sostituto commissario Luigi Cosenza, 50 anni - vice dirigente della sezione Narcotici della Mobile dove lavora dal 1999 - ha una lunga esperienza di droghe sintetiche rafforzatasi dai corsi con l’Asl in Regione Lombardia (che ieri hanno stimato che nel 2010 il consumo di cocaina in città dovrebbe aumentare del 40 per cento, ndr) e con le lezioni «di corretta informazione sulle droghe» nelle scuole medie superiori che lui stesso tiene secondo l’accordo previsto dalla legge 106 del ’90 tra il ministero della Difesa e i Provveditorati agli studi. «Purtroppo per fare l’ecstasy non ci vuole molto: basta procurarsi il principio attivo (la metildiossimetanfetamina) e trovare una pressa... Non c’è nulla da raffinare. Una semplice attrezzatura come quella per le preparazioni galeniche nelle farmacie è più che sufficiente. Così si può comprendere come mai il sequestro di amfetamine a Milano e in Lombardia sia aumentato del 150 per cento.
«Le droghe sintetiche diventano pericolose se il principio attivo supera il 65 per cento - assicura Cosenza - e sono micidiali se mischiate all’alcol. Tra i ragazzi si è sparsa la falsa convinzione che non creino dipendenza: tutto ciò che danneggia il sistema nervoso centrale crea dipendenza. E la diffusione di questo genere di sostanza è parallela all’uso di internet e della posta elettronica. Da noi arrivano dall’ Olanda, dall’Inghilterra e dal Belgio: la polizia postale ha intercettato pacchi di sostanze come funghi allucinogeni o salvia divinorum (che è stata tabellata come droga appena due anni fa!) il cui arrivo, tra venditore straniero e acquirente italiano, era stato concordato via telematica...».
«L’Italia è un paese consumatore di droghe sintetiche - conclude Cosenza - ma, sempre seguendo le indicazioni su internet, c’è chi s’ingegna e produce funghi allucinogeni di ottima qualità.
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