Le alleanze scomode di Pisapia: in lista a Milano un ultrà islamico

Figlio di uno dei fondatori dell'Ucoii, Davide Piccardo ha sempre militato nei collettivi. Sale alla ribalta per aver contestato il Cav (guarda il video) e si arruola alle amministrative di Milano nel Sel di Vendola. Tre mesi fa ha fondato "Musulmani per Pisapia", il comitato che oggi voleva marciare sul Duomo. Le proposte di Piccardo: "Milano deve riconoscere la sua multiculturalitá e avviarsi verso la costruzione di una società interculturale". E' lui il legame tra Pisapia e la comunità islamica

Le alleanze scomode di Pisapia: 
in lista a Milano un ultrà islamico

Milano - Musulmano fondamentalista, ultrà anti Cav e astro nascente dell'impero di Nichi Vendola nel Nord Italia. Davide Piccardo, l'organizzatore della marcia sul Duomo con il comitato "Musulmani per Pisapia, è salito alla ribalta ai primi di maggio contestando il premier Silvio Berlusconi davanti al tribunale di Milano. I suoi insulti ("Sei una m...a") erano rimbalzati su tutti i media progressisti trasformando l'astro nascente del Sel in un "eroe".

Classe 1982, nato a Imperia, fondatore dell'associazione "Giovani musulmani d’Italia", il ventinovenne Davide Piccardo è da sempre impegnato in politica come membro del coordinamento studentesco e di diversi collettivi. Quest'anno ha deciso di fare il salto e candidarsi alle amministrative milanesi tra le file del Sel di Vendola. E' lui il vero legame tra lo sfidante della Moratti e la comunità islamica. Quando qualche settimana fa l'imam di Segrate Ali Abu Shwaima, "famoso" per la fatwa contro Daniela Santanchè, aveva invitato i propri fedeli a non votate per il Sel perché "la condotta del suo leader non rispecchia i valori dell'Islam", Piccardo era subito intervenuto spiegando che "è improprio emettere un verdetto giuridico di tipo islamico sostenendo che è un peccato votare per noi, perché i partiti vanno giudicati per i loro programmi e non per le scelte di alcuni singoli". Del programma di Pisapia a Piccardo interessa soprattutto quella promessa messa nero su bianco a pagina 27: "Riteniamo che la realizzazione di un grande centro di cultura islamica che comprenda, oltre alla moschea, spazi di incontro e di aggregazione, possa essere non solo l'esercizio di un diritto, ma anche una grande opportunità culturale per Milano".

Non è un caso se il vendoliano Piccardo si stia laureando in Scienze politiche con una tesi sui luoghi di culto a Milano. Il ventinovenne, che per non imbarazzare Pisapia e fargli perdere una valanga di voti ai ballottaggi ha revocato la manifestazioni di oggi, è il primogenito dei cinque figli di Hamza Piccardo, personaggio di spicco per gli islamici che vivono in Italia. Piccardo senior nasce a Imperia nel 1952, si converte ai dettami del Corano nel 1975 e cambia il proprio nome da Roberto ad Hamza. Da lì a quindici anni fonderà l'Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii) di cui verrà poi eletto presidente e portavoce. Hamza Piccardo si prodiga subito per promuovere l'apertura di nuove moschee in Liguria. Da Imperia ad Albenga, da Sanremo a Savona. Nel 2007 rinuncerà, infine, a tutte le cariche nell'Ucoii per dedicarsi solo all’attività editoriale e alla scrittura. 

Il 2007 era anche l'anno in cui la procura di Roma chiedeva il rinvio a giudizio con l'accusa di istigazione all'odio razziale per Hamza Piccardo e Mohamed Nour Dachan, per Marco Morelli, portavoce dell’Associazione islamica "Imam Mahdi", e per Damiano Di Palma, responsabile della casa editrice "Al Hikma". Nell'agosto del 2006 avevano pubblicato su alcuni quotidiani del gruppo Riffeser un comunicato dal titolo "Ieri stragi naziste, oggi stragi israeliane". Da queste accuse sia Dachan che Piccardo sono, poi, stati prosciolti in due diversi procedimenti penali: in istruttoria a Bologna e davanti al tribunale di Roma.

Questo è il clima in cui è cresciuto Piccardo junior che ha da subito sottoposto a Pisapia un fittissimo programma per cambiare Milano. "Milano - diceva in una intervista rilasciata ad aprile - deve riconoscere la sua multiculturalitá e avviarsi verso la costruzione di una società interculturale come sviluppo naturale e positivo del processo di arricchimento che la città deve vivere ma che si è praticamente fermato da anni per il provincialismo delle giunte di destra e della ultima giunta Moratti in particolar modo". Tra le richieste spiccano la necessità di spazi comuni, agevolazione per tutti coloro che percipiscono un reddito basso e politiche per favorire l'agevolazione. Nel suo programma Pisapia ha pienamente accolto le richieste di Piccardo assicurando la costruzione di "un grande centro di cultura islamica", favorendo l'ingresso ai concorsi pubblici anche agli immigrati provvisti del solo permesso di soggiorno e introducendo il voto agli immigrati almeno nei consigli di zona. 

Il forte esame tra Pisapia e la comunità islamica milanese è stato confermato anche dall'immediata revoca della marcia di oggi pomeriggio.

Una manifestazione fortemente voluta da Piccardo ma osteggiata dal comitato di Pisapia perché rischiava di essere controproducente ai fini del ballottaggio. Il messaggio è chiaro: ora state buoni, se poi veniamo eletti facciamo quello che ci pare...

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