Poche settimane dopo il sollievo per una ecografia morfologica fetale che rasserena per l'assenza di malformazioni il feto può già nascere e lottare per la vita.
Questi i neonati prematuri che rischiano, più degli altri, di sviluppare l'emoragia cerebrale intraventricolare. Proprio questa patologia che colpisce i bimbi prematuri è il tema (One day on intraventricular haemorrhage of preterm babies) affrontato a Genova il 23 marzo durante un incontro scientifico organizzato dalla neonatologia dell'Ospedale Gaslini, diretta dal dottor Luca Ramenghi, un centro di eccellenza europeo. Oltre duecento i neonatologi presenti , provenienti da tutta Europa e da più lontano (Iran, Russia, Turchia e India). Solo tre delle quindici relazioni erano di docenti italiani. L'Ospedale Gaslini, Istituto pediatrico di ricovero e cura a carattere scientifico, ha molteplici professionalità del mondo pediatrico. I posti letto sono oltre 500 con circa 24mila ricoveri all'anno dei quali il 50% relativi a pazienti provenienti da altre regioni e dall'estero. Tra questi i nati pretermine, che a Genova al Gaslini sono tanti,150 ogni anno nascono con un peso inferiore ai 1500 grammi.
«La sopravvivenza dei nati pretermine di bassissima età gestazionale (23-26 settimane) è sempre problematica. Il 30-40% almeno di questi neonati - precisa il dottor Ramenghi - presenta una emorragia intraventricolare. Si sono osservati enormi progressi. La sopravvivenza dei nati di 24 settimane è altissima rispetto a solo dieci anni fa, intorno al 30-40%, in Svezia è già del 60%, cioè quasi il doppio. Vi è quindi spazio per grandi progressi». Nascere tra le 23 e 26 settimane di gestazione significa avere condizioni cliniche di grande instabilità. «La matrice germinativa, sede del sanguinamento intraventricolare cerebrale - aggiunge il dottor Ramenghi - è una delle meraviglie dell'encefalo del feto. Nelle prime 20 settimane di gestazione in quell'area si producono i neuroni che poi migrano nella corteccia cerebrale per formarla, da quel momento inizia una lenta involuzione anatomica della matrice stessa, che si conclude intorno alle 33-34 settimane di gestazione, quando il rischio di emorragia da sanguinamento della matrice germinativa di fatto si annulla. Gli effetti di questa lesione possono essere devastanti. Nella fase acuta si può anche perdere sostanza cerebrale (infarto venoso), in altri casi si può formare l'idrocefalo postemorragico».
Passi avanti sono stati compiuti con la diagnosi ecografica e con RM e soprattuto nel trattamento neurochirurgico. Nel congresso, tre diverse metodiche saranno a confronto (quella olandese, quella inglese chiamata DRIFT ed una propria dell'Ospedale Gaslini). Si cerca di agire anche sul piano della prevenzione di questa patologia e sull'analisi degli effetti a distanza. Sono impegnati su questo fronte i migliori esperti europei. In Italia i bambini che nascono ogni anno sono circa 500 mila, almeno il 10% di essi nasce prima del termine delle 37 settimane di gestazione (nati prematuri o pretermine) e sono circa 500 (in lenta diminuzione) i punti nascita: i centri di riferimento hanno 7000 parti all'anno, in altri la concentrazione dei parti pretermine è altissima (al Gaslini di Genova il 45% dei parti è pretermine). La sistematizzazione della rianimazione in sala parto (Delivery Room Intensive Care Units), le nuove modalità di ventilazione, l'introduzione del surfattante in profilassi e terapia del distress respiratorio sono solo alcuni passi che hanno completamente cambiato la prognosi del neonato ad alto rischio.
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