Altro che rapina, lo ha ucciso la moglie

TrevisoLa vedova nera che assolda due «amanti» e li induce ad ammazzare il marito per potersi godere in pace l’ingente eredità. Sembra una trama da giallo e invece era il diabolico piano studiato da Laura De Nardo, 61 anni, e messo in pratica da Ivan Marin, 36 anni, e Gennaro Geremia, 48. Altro che rapina, il povero Eliseo David, 71 anni, l’altra notte è stato sorpreso mentre stava dormendo nella camera della villetta di via delle Acacie, a Conegliano (Treviso), protetta da un sistema di sicurezza sofisticato che però non aveva previsto il tradimento della consorte. È stata lei, infatti, ad aprire loro le porte blindate, a farli salire in camera e ad aspettare, giocando al solitario al computer, che eseguissero il mandato.
Ma la polizia di Treviso i gialli li legge per risolverli. Il dirigente della squadra mobile di Treviso, Riccardo Tumminia, ha capito subito che qualcosa non quadrava. E poi quella telefonata all’una di notte, quell’insistere nell’affermare di essere stata aggredita in giardino quando le telecamere non avevano ripreso un fotogramma e, soprattutto, quel barattolo di diluente, dello stesso tipo di quello usato dagli assassini per narcotizzare l’ex imprenditore, trovato in garage. Insomma, qualcuno non la raccontava giusta.
Per attuare il piano la De Nardo si è servita anche della figlia 40enne, con problemi psichici. Dopo essersi fatta legare dai propri complici, ha urlato fino a svegliarla. Per quanto sotto choc, la figlia l’ha aiutata a liberarsi e insieme sono salite in camera, dove hanno trovato David senza vita.
In quel momento è iniziata la sceneggiata della donna, che era sposata in seconde nozze con David. Il primo marito, Ottorino Tonon, emigrato in Australia con la famiglia, era però annegato 35 anni fa. Una vicenda, questa, che alla luce di quanto accaduto l’altra notte a Conegliano, potrebbe indurre gli inquirenti a riesaminare le circostanze di quello che fu derubricato come incidente.
In ogni caso, dopo 18 ore di interrogatori, la De Nardo è crollata.

Ha indicato i nomi dei complici, indicati come amanti («Ma è una boutade», dicono gli investigatori), a cui avrebbe versato 200 mila euro, mentre si sarebbe tenuta per sè l’eredità ben più cospicua lasciata dal marito. In manette è finito anche un idraulico, Mirco Della Giustina, per aver fatto da ricettatore prendendo dagli assassini gli orologi e i preziosi presi dalla case di David.

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