Amato: divisi come guelfi e ghibellini

da Roma

Due popoli, due piazze, due manifestazioni contrapposte - domani - nel giorno del Family day. A San Giovanni si riuniscono i difensori della famiglia che combattono i Dico, a piazza Navona i sostenitori dell’Orgoglio laico che invece li sostengono. «Si rischia la contrapposizione fra guelfi e ghibelli», e a dirlo è il ministro Giuliano Amato, che fa riferimento proprio alla contrapposizione fra le due piazze: «il mondo di oggi è già pieno di problemi, non mettiamoci anche questo». E, all’ultimo momento, domani, a San Giovanni potrebbe arrivare anche il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sempre più propenso a sostenere le ragioni del comitato promotore e il no al progetto dei Dico.
Intanto, mentre gli stati maggiori limano le strategie di comunicazione, arrivano le prime stime: nella piazza del Family day, grazie a un mese di mobilitazione capillare sono attese almeno 100mila persone. Nella seconda manifestazione, organizzata dal Partito Radicale e dalle altre formazioni laiche per ricordare l’anniversario della vittoria sul divorzio, si parla di 30mila. Ovviamente, in questo scenario di passioni contrapposte, infuria la polemica dentro e fuori i poli. «Non credo ci sia uno scisma cattolico, cioè una diversificazione dei comportamenti dei cattolici rispetto alla dottrina della Chiesa -, ironizza Eugenia Roccella, portavoce del Family day, nonchè figlia di Franco, uno dei fondatori del partito radicale - esiste uno scisma laico, cioè una diversificazione di opinioni e comportamenti laici rispetto alle dottrine laiciste. Il tentativo di schiacciare il family day sulla contrapposizione laici-cattolici - conclude la Rocella - è fallito». E Domenico Delle Foglie, uno degli organizzatori della manifestazione, precisa: «Non escludiamo assolutamente gli omossessuali. Se si legge attentamente il nostro manifesto non c’è una parola, un riferimento negativo verso di loro».
La polemica divampa soprattutto dentro la sinistra, dove non si è spento lo scalpore per la (mezza) presa di posizione di Francesco Rutelli, che aveva detto: «Se fossi un semplice deputato sarei sceso in piazza». Formidabile presa di posizione, sul cui paradosso ironizza caustico un collega di Rutelli, Massimo D’Alema: «Io invece, anche non avendo incarichi istituzionali, a quella manifestazione non andrei». Motivazione: «Compito del governo è agire a sostegno della famiglia, penso che difenderla non significa scagliarsi contro quei cittadini italiani che convivono senza essere sposati i cui diritti debbono essere riconosciuti come in tutti i paesi civili». Parole di differenziazione salutate con entusiasmo antirutelliano da un’altra ministra, Barbara Pollastrini: «Queste parole - sostiene la ministra delle Pari opportunità, non senza sottolineature polemiche - sono sembrate un atto di chiarezza e di coerenza innanzi ad ambiguità che finiscono per mortificare l’autonomia e la responsabilità della politica». Meraviglioso, invece, l’equilibrio dialettico di Fassino: di fronte alla raffica di prese di posizione se la cava così: «Sabato pomeriggio non sarò a Roma, quindi non potrò partecipare a nessuna delle due manifestazioni». i Ds accusano Rutelli di danneggiare il Pd. E il vicepremier deve correggere ulteriormente il tiro, e spiegare «che non è contraddittorio essere a favore della famiglia e sostenbere i Dico». Forse. Ma è indubbio invece, che la maggiorparte dei manifestanti del Family day sono contrari ai Dico.
E infatti, a ricordarlo al ministro, è la vicepresidente dei deputati diessini, Marina Sereni: «Caro Rutelli, quella manifestazione è contro il ddl del tuo governo!». E sul tema interviene persino il presidente del Senato Franco Marini, uomo forte dell’ala popolare del nascente Partito democratico, che prova a uscire dall’imbarazzo dei centristi dell’Unione con un colpo al cerchio e uno alla botte: «A me non pare che il ddl sui Dico metta in discussione la visione della famiglia così come è prevista dalla Costituzione, ma l’iniziativa del Family day non mi dispiace».


Ma almeno su questa querelle sono chiare le parole di Gaetano Quagliariello del Comitato laico: «Il Family day nasce anche contro i Dico. Non ci saranno in piazza portatori di famiglie particolari. Su questo serve chiarezza».

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