Fogna Senna, atleti a caccia di batteri per immunizzarsi

Salta il test del Triathlon e c'è chi non si lava le mani in bagno per gli anticorpi

Fogna Senna, atleti a caccia di batteri per immunizzarsi
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Da diversi giorni al villaggio olimpico alcuni atleti del triathlon non stringono più le mani alle persone. O meglio: c'è chi teme di stringergliele. I primi ad accorgersene sono stati i colleghi americani. Un po' come quelli italiani, che durante la cerimonia di apertura avevano subito storto il naso davanti all'Ultima Cena o dir si voglia in stile drag queen e al furto della Gioconda. Questione di sensibilità.

La stretta di mano mancata è l'ultima conseguenza dell'arroganza Vive la France di Emmanuel Macron. Prima e durante la cerimonia di apertura gli avevano detto tutti che l'acqua piovuta dall'alto sarebbe stata un problema, e prima e durante l'olimpiade tutti gli avevano fatto notare, e gli stanno ancora facendo notare, che l'acqua dal basso fa schifo.

La Senna è talmente inquinata che neppure i ratti ci stanno più bene. Molti hanno infatti preferito trasferirsi sugli ampi viali con ciclabili, ristorantini e uffici del quartiere super moderno della Defense. L'importante è che nessuno indichi ai ratti dove si trova la vicinissima Arena del nuoto che ospita le gare olimpiche. Per le bestiole sarebbe come andare alle Maldive.

Gli atleti temono di stringere le mani ai triathleti perché uno di loro - ma per uno che si rivela chissà quanti sono quelli che tacciono -, Seth River si chiama il ragazzone americano che ha nel cognome il proprio destino, ha dichiarato ai media che per proteggersi preventivamente sta cercando alla bell'e meglio di autoimmunizzarsi alla Escherichia coli, uno dei batteri più diffusi nell'intestino degli animali e indicatore della presenza di feci. Per farlo, il caro vecchio Seth ha dichiarato serafico «non mi lavo più le mani quando vado in bagno». Seth River e chi come lui ha adottato approcci preventivi simili non lo fa perché sia uno sporcaccione ma per provare a proteggersi il più possibile. Questo, naturalmente, mentre ieri mattina gli organizzatori decidevano di annullare in via precauzionale l'allenamento del triathlon dopo un vertice sulla qualità dell'acqua e alla sera si dicevano certi che tutto sarebbe andato a posto. Uno virgola 500 miliardi spesi per arriva a questo non è cosa bellissima. Pare che la colpa non sia stata della follia in sé dell'idea di gareggiare nel verde del fiume ma delle recenti piogge e dell'abbassamento della temperature dell'acqua. Si scoprirà presto.

Ovviamente un presidente della Repubblica, Macron, che non si pone il problema di vedere il pari ruolo italiano, Mattarella, a 83 anni con la mantellina fradicia da turista esposto alla pioggia, non può certamente neppure lontanamente accorgersi del problema dei triathleti e, a seguire, del nuoto di fondo. E infatti il nostro Gregorio Paltrinieri è stato lapidario: «Non puoi organizzare una gara così senza aver provato il campo di competizione. Probabilmente l'acqua è fredda, probabilmente c'è corrente perché è un fiume. Molto probabilmente è sporca e non ci sono le condizioni per nuotare.

Alla fine però la faranno lì perché ci hanno investito troppo. È una presa in giro».

A questo punto c'è solo da augurarsi che a vincere la prova del triathlon sia il caro vecchio Seth River e che al presidente Macron tocchi premiarlo e stringergli la mano.

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