I punti chiave
Come saranno le nostre città in futuro? Sicuramente più "verdi", vivibili ed ecologiche. O almeno questo è l'obiettivo fissato dalla Commissione Europea per il Clima (Climate Action): ridurre del 55% le emissioni di CO2 nell'ambiente entro il 2030 e azzerarle entro il 2050. Un traguardo senza dubbio ambizioso ma non impossibile da tagliare. Una soluzione "spiccia", cioè di immediata realizzazione, potrebbe essere quella di piantare più alberi. Ma dove? Considerando che lo spazio urbano si è notevolmente ridotto rispetto agli anni passati, e che un albero per diventare "adulto" ci impiega 10 anni (raggiunge l'altezza di circa 30 piedi in una decade), occorre adottare strategie alternative. Una valida opzione potrebbe essere quella di installare dei fotobioreattori, ovvero, dispositivi in grado di assorbire l'anidride carbonica e produrre ossigeno. Un prototipo, già incoronato dalle cronache come "l'invenzione del secolo", è il cosiddetto albero liquido. Vediamo di cosa si tratta e come funziona.
Cos'è l'albero liquido
Sembra pura fantascienza ma non lo è. Il nome originario Liquid3 - in italiano "albero libero" - rende perfettamente l'idea della nuova tecnologia made in Serbia. Il progetto è stato sviluppato, infatti, da un gruppo di ricercatori dell'Istituto per la ricerca multidisciplinare dell'Università di Belgrado. Non un caso dal momento che nel rapporto stilato dalla Global Alliance for Health and Pollution, nel 2019, la Serbia risulta il primo Paese in Europa con il maggior numero di morti legate all'inquinamento: 175 ogni 100.000 abitanti.
Da qui l'esigenza di realizzare uno strumento innovativo e multifunzionale che fosse in grado di assorbire le emissioni di CO2 e, di conseguenza, migliorare la qualità dell'aria. "Liquid3 è una soluzione biotecnologica completamente nuova per la purificazione dell'aria e la produzione di ossigeno", ha spiegato al sito World Bio Market Insights il Dottor Ivan Spasojevic, Ph.D. in scienze biofisiche nonché tra principali firmatari del progetto.
Come funziona Liquid3
Tecnicamente l'albero liquido è un fotobioreattore, ovvero un sistema in grado di catturare l'anidride carbonica e trasformarla in ossigeno puro. Nello specifico, Liquid3 è una sorta di grande acquario contenente 600 litri d'acqua con all'interno alghe d'acqua dolci unicellulari che si attivano mediante fotosintesi favorendo così il processo di conversione della CO2 in O2.
Le microalghe utilizzate, hanno precisato gli ideatori del progetto, resistono anche alle basse temperature. Inoltre, possono essere utilizzate nel trattamento delle acque reflue, come compost per aree verdi, per la produzione di biomasse e biocarburanti nonché per la purificazione dell'aria dai gas di scarico delle fabbriche.
Quanto alla manutenzione del dispositivo, non servono particolari accorgimenti: basta rimuovere la biomassa creata dalla divisione delle alghe, che può essere usata come fertilizzante, e versare nuova acqua all'interno della vasca. Questa operazione deve essere ripetuta all'incirca ogni mese e mezzo.
Il dibattito
Se da un lato il progetto dei ricercatori serbi ha generato grande entusiasmo, ottenendo anche il sostegno del Dipartimento per gli affari sociali del comune di Belgrado, dall'altro ha innescato una polemica senza precedenti. Le reazioni degli ambientalisti, infatti, non si sono fatte attendere: temono che l'installazione di eventuali alberi liquidi comporti un'ulteriore riduzione delle sacche verdi nelle città.
Al riguardo, gli ideatori del fotobioreattore urbano hanno spiegato che il dispositivo non intende in alcun modo sostituire gli alberi veri ma è pensato solo come supplemento, specie per quelle aree cittadine ad alto tasso di inquinamento.
Senza contare che la struttura dispone di caricatori per cellulari e un pannello solare che si illumina anche di notte.Per il suo design creativo, innovativo e pratico, Liquid3 ha ottenuto già prestigiosi riconoscimenti. E chissà che presto non venga "impiantato" un prototipo anche nel nostro Paese.
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