Ipsos: italiani più attenti alla sostenibilità ambientale

I risultati del sondaggio Ipsos e ASviS sulla conoscenza e le priorità dell'Agenda 2030: gli italiani pensano che la priorità sia la tutela ambientale

Ipsos: italiani più attenti alla sostenibilità ambientale
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Quanto ne sanno gli italiani dell’Agenda 2030? È stato elaborato da Ipsos e ASviS un corposo sondaggio che ha coinvolto un campione significativo di 1.200 persone, per scoprire quale sia l’informazione percepita in relazione all’Agenda 2030 per uno Sviluppo Sostenibile. Questa è stata siglata nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite e consta di 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals che mirano appunto a stabilire quali siano le priorità nei cambiamenti quotidiani verso uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ecologico, economico e sociale.

L’attenzione alla tutela del pianeta

Pianeta Terra

Il 95% degli italiani, stando alla ricerca, conosce il concetto di sostenibilità, tuttavia lo collega per lo più alle tematiche ambientali: l’85% delle persone coinvolte crede infatti che lo sviluppo sostenibile consista nella tutela degli ecosistemi, ma solo il 34% sa che per l’Agenda 2030 è necessario coniugare l’ecologia alle scelte che si attuano in campo economico. Secondo il 18% degli intervistati inoltre lo sviluppo sostenibile è rappresentato da “ecologia e basso impatto ambientale”, mentre il 13% crede che consista nel “conservare le risorse naturali”. Una pari percentuale (ovvero il 13%) ha invece parlato anche della sostenibilità sociale.

Solo il 42% degli italiani conosce però l’Agenda 2030: tra loro il 45% ne ha appreso su Internet, il 29% sui social media, il 29% dalla televisione e il 26% dalla stampa in edicola. Alle persone coinvolte è stato chiesto quali risvolti dello sviluppo sostenibile sia più importante: il 36% ha indicato quella ambientale, il 15% quella sociale, il 12% quella economica, il 2% quella istituzionale, e il 35% ha affermato che sono tutte ugualmente importanti. Trattando di importanza, secondo gli intervistati, le priorità sui 17 punti sono relative alla lotta contro il cambiamento climatico (30%), a favore dell’energia pulita e accessibile (29%), per la tutela delle biodiversità (26%).

Dal dire al fare

Energia pulita

La parte succitata del sondaggio riguarda la conoscenza teorica ma gli italiani hanno opinioni ben precise sul passaggio tra il dire e il fare. Il 25% crede che ognuno nel proprio piccolo possa fare qualcosa per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030: la presa di coscienza quindi c’è, ma ci sono diversi fattori che l’hanno generata. Secondo l’85% degli intervistati, l’attenzione per lo sviluppo sostenibile è legato al cambiamento climatico, mentre per il 75% è stata la guerra in Ucraina (e le sue conseguenze ad ampio raggio) ad aver causato questa consapevolezza, che per il 74% è stata invece provocata dalla pandemia di Covid-19.

È chiaro - si legge ancora nel report - che in Italia e non solo, preoccupano molto le conseguenze del cambiamento climatico, preoccupazioni che si stanno rilevando un forte traino per una maggiore attenzione all’impatto che il nostro modello di sviluppo ha sul pianeta, soprattutto tra i più giovani.

A livello globale, si riconosce sempre di più che siamo di fronte a un’imminente crisi ambientale, basti pensare che - secondo l’indagine Ipsos What Worries the World - nel settembre del 2018 il cambiamento climatico era al tredicesimo posto tra le principali preoccupazioni, mentre oggi sale al settimo scalando sei posizioni in quattro anni”.

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