Anche il Campidoglio scopre l’emergenza-casa

Cresce la povertà nella capitale. Che la casa sia un lusso non è più un modo di dire, ma una realtà. In città sono settemila le persone senza fissa dimora, la metà delle quali dorme in strada, mentre il resto nei centri di accoglienza notturni del Comune. Ma il dato più allarmante viene dai registri sugli immobili dell’Edilizia residenziale pubblica. Le famiglie in lista d’attesa, infatti, sono oltre 30 mila, delle quali più di 2000 senza abitazione e oltre 3000 in procinto di perdere la casa. La ricerca su «I poveri in Italia e a Roma», presentata ieri mattina a Palazzo Valentini dal portavoce della Comunità di Sant’Egidio, Mario Marazziti, e dal presidente della Provincia, Enrico Gasbarra, fotografa la drammatica realtà dell’emergenza a Roma.
I nuclei familiari che hanno ricevuto dal Comune il «buono casa» nel 2006 sono 10mila. In città oltre l’80 per cento delle abitazioni è di proprietà, mentre 250mila famiglie vivono in affitto. Il patrimonio Erp rappresenta solo il 5 per cento del totale e ci sono 270mila immobili che rimangono sfitti. Il dato più allarmante riguarda gli sfratti: seimila nello scorso anno, più della metà per morosità. I rinnovi dei contratti di locazione, infatti, hanno registrato aumenti medi del 60 per cento dei canoni. Un’impennata che molte famiglie non hanno potuto sostenere. Comprare una casa, invece, è un miraggio: per acquistare un immobile di appena 70 metri quadrati in centro servono tra i 372mila e i 492 mila euro. In periferia, invece, il prezzo varia tra i 180mila e i 247mila euro. Sul fronte affitti, invece, in centro si parte da medie di 1700 euro e in periferia da 842. Completano il panorama le occupazioni: gli stabili ostaggio del «movimento di lotta per la casa» sono 41 e riguardano circa 2200 famiglie. Alla luce dei fatti è quantomai necessario non perdere i 550 milioni di euro per l’emergenza casa, come sottolinea Claudio Minelli, assessore al Patrimonio del Campidoglio e responsabile per le politiche abitative dell’Anci in un appello al presidente del Consiglio, Romano Prodi. «Bisogna assicurare - spiega Minelli - un flusso costante e garantito di risorse per almeno cinque anni per concorrere al finanziamento dei piani abitativi elaborati e cofinanziati dai Comuni e dalle Regioni», Il Campidoglio ricorda che la nuova fase del piano per l’edilizia residenziale pubblica, che dovrebbe partire nel secondo semestre 2008, prevede circa 6mila abitazioni per 32 nuovi piani di zona e cubature per 1.793.120 metri cubi, per oltre 22mila stanze in dieci municipi di Roma. Progetti di cui si è parlato anche ieri mattina nel corso del convegno «Progettare la qualità», che si è svolto nel complesso del San Michele, al quale hanno partecipato lo stesso Minelli e l’assessore capitolino ai Lavori pubblici Giancarlo D’Alessandro. Nell’incontro è stato presentato il «Codice di pratica per la progettazione», che si propone come strumento per la verifica dei nuovi quartieri residenziali, riunendoli in una logica unitaria di sistema per una «nuova qualità» della città.
Approvata di recente dalla Regione Lazio la nuova manovra per la creazione delle nuove abitazioni inciderà su dieci municipi: IV, V, VII, VIII, X, XII, XIII, XVIII, XIX e XX. «Una fase importante - ha aggiunto Minelli - sarà anche il recupero delle abitazioni popolari che si liberano. Investiremo un milione di euro perché il nostro obbiettivo è recuperare 500 appartamenti ogni anno».

Una volta terminati, invece, i seimila alloggi verranno distribuiti con percentuali diverse: il 20 per cento a disposizione dei proprietari espropriati, il 30 destinato all’edilizia sovvenzionata di proprietà del Comune a canone agevolato e il resto andrà ai portatori di finanziamenti.

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