Ancora violenza contro i manager: ne hanno sequestrati altri cinque

Incuranti della condanna della politica, i lavoratori francesi lo hanno rifatto. Questa volta sono stati i dipendenti della Faure e Machet (gruppo Fm Logistic): hanno preso cinque manager, a Woippy, nella regione della Mosella, e li hanno chiusi nella direzione. L'accusa? Troppo dure le condizioni per i licenziamenti per un impianto destinato a chiudere nel 2010. Per questo in 125, hanno deciso di seguire le orme di altri prima di loro e di contare sul fatto che quasi un francese su due non condanna queste azioni: risultato, i manager sono chiusi dalle 10 e 30 di ieri mattina nella sala riunioni.
«Le misure prese per fare fronte al piano di licenziamenti sono state giudicate insufficienti», ha detto un delegato sindacale, precisando tuttavia che l'ambiente è tranquillo e che ai manager è consentito di ristorarsi e di andare alla toilette. «Ne abbiamo abbastanza. Siamo nel mezzo di una ristrutturazione dall'aprile 2008 e stiamo negoziando da un anno, se questo si può chiamare negoziato, ma non siamo stati capaci di farci ascoltare», gli ha fatto eco il collega Bruno Damien. I lavoratori della Faure e Machet puntano a indennizzi più alti di quelli assegnati dalla direzione: le attività della fabbrica dall'anno prossimo «emigrerà» in Malaysia in seguito alla decisione della Hewlett-Packard di delocalizzare alcune attività invece che mantenerle a Woippy e fra le 475 e le 500 persone perderanno il loro lavoro.
«Così non va - ha tuonato un portavoce del governo raggiunto dall'agenzia Reuters -. Capiamo che i lavoratori stiano attraversando momenti terribili, ma non è questo il modo di combattere la crisi economica». E anche se, oltre all'Ump, il movimento del presidente Nicolas Sarkozy, anche gli altri maggiori partiti condannano (chi con più, chi con meno vigore) i sequestri, l'opinione pubblica francese è spaccata: i sondaggi indicano che quasi un cittadino su due non punta il dito contro i lavoratori infuriati. E la sinistra radicale, guidata dal suo ventinovenne leader Olivier Besancenot, figura di riferimento della Ligue comuniste révolutionnaire (Lcr) e diventato famoso come il «postino trozkista», addirittura si spinge ad appoggiarli e a definirli sacrosanti.
Continua così l'ondata di sequestri di manager: lo scorso 9 aprile a Bruxelles tre dirigenti della Fiat erano stati trattenuti per alcune ore all'interno dei loro uffici per la rabbia contro il piano di licenziamenti in Europa, innescando una nuova crisi dopo che solo il giorno precedente alcuni manager della società britannica Scapa erano stati rilasciati dai lavoratori un impianto francese.

Episodi similari si erano verificati anche il 31 marzo scorso: nello stesso giorno i dimostranti avevano sequestrato sia il presidente e ad di Ppr, François-Henri Pinault, bloccandolo a Parigi nel taxi in cui viaggiava, sia quattro dirigenti dell'americana Caterpillar, a Lione, costringendo il presidente Sarkozy a intervenire e a promettere che l'azienda sarebbe stata salvata.

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