Art Deco e Op-Art: Sarli è diverso e sempre lo stesso nella sfilata in Campidoglio

La Top model russa Daria Strokous indossa il modello omaggio alla capitale: «Roma caput artis». Alberto Terranova e Rocco Palermo presentano la prima collezione dopo la scomparsa del maestro Fausto

Daria Strokous è russa, ha 20 anni, 180 centimetri d'altezza, una bellezza bionda e delicata. A Roma non c'era mai stata ma, dato che è una delle più ambite top model sulla piazza, ci ha pensato la maison Sarli a fargliela scoprire.
«Per prima cosa ho voluto vedere la fontana di Trevi - racconta- perchè ricordavo la Dolce vita. Mi sono emozionata, come vedendo il Campidoglio, anche commossa».
É lei, nella seconda giornata di Alta Roma, a sfilare in esclusiva nella piazza michelangiolesca offerta dal sindaco Gianni Alemanno, con una bianca creazione di mikado che è anch'essa un monumento, tempestata com'è da 100 carati in oro e diamanti. Un abito barocco, diverso dagli altri ispirati ad Art Dèco e Op-Art, in omaggio alla capitale dove la griffe ha vissuto il suo successo. Si chiama «Roma caput artis».
É lei, Daria, che da indossatrice ora prova a fare l'attrice nel nuovo film «Contagius» di Sodeberg con Matt Damon, Jude Law e Kate Winslet, a interpretare il nuovo corso della griffe ora guidata dal manager Alberto Terranova.
Nuovo perchè Fausto non c'è più, ma vecchio perchè il suo stile è sempre presente negli abiti disegnati da Rocco Palermo, cresciuto al fianco del maestro negli ultimi 25 anni e che a 44 anni è fermamente convinto che tutto quello che sa esprimere viene solo da lì.
Gli chiediamo se c'è un modello che sente più autonomamente suo e lui risponde: «No, sono tutti nati dalla personalità del maestro. Anche adesso mi chiedo sempre, prima di fare una scelta: "Lui mi dirà sì o no, gli piacerà come faccio questo o quest'altro?"».
Ed ecco, allora, l'ultima collezione Sarli nel nome della assoluta continuità: rigore ed essenzialità nelle forme, passione per grafismi e geometrie, citazioni artistiche, eleganza senza tempo.
I tailleurs e i mini abiti monospalla, i vestiti mantella e i modelli-scultura in gazar hanno effetti optical in bianco e nero, scacchi, losanghe, onde e spirali, ricami psichedelici che richiamano le opere di Vasarely, Riley, Mackintosh ed Eileen Gray.
Il cerchio tanto amato dal maestro s'infila attorno al collo, si ripiega su se stesso, forma una cappa, una mantella, un abito, un coprispalla, colli, maniche, ali, volute.
Sfila un modello-emblema che è nato dal cartamodello originario dell'87, la collezione preferita da Fausto. Ma la citazione torna ossessivamente in tutta la collezione.
Come nel vestito in cui sia gonna che bustier, fermati dalla cinta alta, sono formati da coni di un doppio cerchio ripiegato ad arte .
Il bianco-nero è interrotto da improvvisi sprazzi di colore acceso, viola, ciclamino, glicine e i ricami creano enormi pied de poule, le macropaillettes disegnano onde, sbocciano sul tessuto triangoli, quadrati, bolle.
Chiudono la sfilata gli abiti da sposa, quelli che secondo la tradizione di Fausto danno il «la» ogni volta all'intera collezione.
Di questi modelli si sono innamorate e continuano a innamorarsi tante principesse arabe e tante mogli di manager russi o americani, anche tante europee e italiane.
L'ultima è stata la sposa del banchiere Corrado Passera, Giovanna Salza, che a fine maggio sul lago di Como ha indossato il suo preziosi abito avorio, corto al ginocchio, tanto ammirato dai 380 ospiti della festa di nozze.
«Dai paesi arabi - racconta Terranova - sono già venuti in tanti a scegliere gli abiti ancora sui disegni. E l'intera collezione è già venduta. Peccato, che ci mancano sarte e modellisti a sufficienza e dobbiamo rifiutare, a volte, il lavoro. La settimana prossima saremo ospiti su uno yacht in Costa azzurra, per conoscere una prossima sposa ( importante ma top secret) che vuole scegliere da noi il suo vestito».
La griffe continua la sua avventura nell'alta moda, cerchia alta ma ristretta, visto che Fausto non ha mai voluto piegarsi a fare profumi e moltiplicare le licenze per guadagnare di più.

E per il pret à porter di lusso ci vuole un investitore allo spalle.
Terranova lancia un messaggio. «Se qualcuno prima si faceva scrupolo di investire sulla maison perchè Sarli aveva 80 anni, adesso bisogna dire che di anni ne ha 44». Quelli di Rocco, il suo delfino-continuatore.

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