«Tumulti» di Beatrice Caracciolo è la prima mostra personale che lAccademia di Francia a Roma riserva a una donna. Fino al 14 marzo 2010 nella suggestiva cornice di Villa Medici (viale Trinità dei Monti, 1) è possibile ripercorrere le tappe salienti della carriera dellartista che, nata a Napoli nel 1955, ha studiato negli Stati Uniti e lavora attualmente soprattutto a Parigi. La sua arte si inserisce nellambito degli artisti europei e americani affascinati dallespressionismo astratto. La mostra, curata da Olivier Berggruen, propone opere, spesso di grande formato, provenienti da varie collezioni private: disegni al tratto, collages, zinchi, serigrafie dislocate nelle Gallerie e nellAtelier del Bosco. Una gigantesca opera in zinco, dal titolo Torrente, è stata creata apposta per la scalinata della Villa. I movimenti tumultuosi delle onde sono resi in modo tale da dare lidea che lacqua si sia metallizzata, o al contrario che il metallo grigiastro si sia liquefatto in una sorta di trasmutazione fisica.
La Caracciolo basa il suo lavoro sul disegno. Comincia col preparare la carta servendosi di diversi pigmenti, dal bianco al grigio-ocra, che mescola a una colla solubile in acqua prima di disegnare a carboncino o a pastello. Come scrive Berggruen nel catalogo, «le linee che emergono qua e là sono nervose e movimentate, ritmiche e caotiche, di una fluidità a volte interrotta, come tante convulsioni del corpo e dello spirito». Le opere esposte nella prima sala sono collages, nei quali pezzi di carta traslucida coesistono con linee disegnate in una soluzione di continuità. Seguono i lavori della serie Water Mark dedicati alle onde, realizzati a tecnica mista su carta o a stampa fotografica su alluminio. Unenergia più diretta è evidente nella serie dei Riots (tumulti), disegni che si ispirano alla fotografia di una sommossa a Shanghai scattata da Henri Cartier-Bresson nel 1948, e in Kosovo, 7 disegni del 1999 sullesodo forzato della popolazione del Kosovo. Unaltra serie del 2002 è ispirata alla vita di Pulcinella disegnata da Giandomenico Tiepolo. Già dagli anni 90 la Caracciolo comincia a sperimentare altri materiali, in particolare lo zinco, che utilizza nelle sue opere a testimoniare il passare del tempo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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