Il Decreto Milleproroghe è legge: le principali novità e le prime riflessioni di Claudio Vinci, Cassazionista

Il provvedimento contiene una serie di misure variegate, pensate per rispondere alle esigenze di diversi settori. In questo contesto, emergono alcune novità rilevanti che meritano attenzione, ma anche alcune riflessioni sulla necessità di riforme strutturali a lungo termine

Avvocato cassazionista Claudio Vinci
Avvocato cassazionista Claudio Vinci
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Il Decreto Milleproroghe, approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 20 febbraio, è ormai legge dello Stato e attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Come di consueto, il provvedimento contiene una serie di misure variegate, pensate per rispondere alle esigenze di diversi settori. In questo contesto, emergono alcune novità rilevanti che meritano attenzione, ma anche alcune riflessioni sulla necessità di riforme strutturali a lungo termine. La riapertura della rottamazione-quater è, senza dubbio, uno degli aspetti più discussi. Grazie a questa misura, chi era stato escluso in passato per il mancato pagamento di una rata potrà rientrare nel beneficio, riprendendo il percorso di saldo agevolato, con termine fissato al 30 aprile 2025. Tuttavia, è importante sottolineare che questa riapertura non prevede l'ampliamento della rottamazione ad altri debiti, limitandosi a quelli già presenti nella prima istanza. Inoltre, per le rate scadute, saranno applicati interessi del 2% da novembre 2023. Sebbene il provvedimento offra una possibilità di recupero, rimane l’incertezza riguardo a una possibile nuova rottamazione in futuro, che molti auspicano, ma che non è contemplata in questo momento.

Nessuna proroga, invece, per il concordato preventivo biennale, il quale ha visto una scarsa adesione da parte delle imprese, ma è stato confermato fino al 30 aprile 2025 il cosiddetto scudo erariale, una norma che protegge amministratori e funzionari pubblici dalle azioni della Corte dei Conti, tranne nei casi di dolo o colpa grave. Questa tutela, introdotta in piena emergenza pandemica, continua a suscitare polemiche, ma rimane una misura rinnovata periodicamente. Altro tema cruciale riguarda la Pubblica Amministrazione, che beneficia di alcune proroghe significative. Fino al 30 aprile 2025, la Pa avrà la possibilità di bandire concorsi senza dover ricorrere alla mobilità volontaria preliminare. Inoltre, la durata degli incarichi dirigenziali per lavoratori in pensione sarà estesa fino a un massimo di due anni, contro l’anno previsto inizialmente.

In tema di sicurezza scolastica, gli edifici scolastici avranno più tempo per adeguarsi alla normativa antincendio, con la scadenza rinviata al 31 dicembre 2027. Nonostante la necessità di questa proroga, resta da rilevare l’inadeguatezza di molti edifici scolastici nel nostro Paese, che necessitano di interventi urgenti per garantire la sicurezza di studenti e docenti.
Sul fronte delle imprese, le novità sono diversificate: le aziende dovranno adeguarsi all’obbligo di assicurazione contro le calamità naturali entro il 31 marzo 2025. Nonostante le richieste di proroga, questa scadenza non è stata spostata, con l’eccezione del settore della pesca e dell’acquacoltura, che ha ottenuto un po’ più di tempo. Inoltre, le imprese potranno continuare a rinnovare contratti a tempo determinato oltre i 12 mesi fino al 31 dicembre 2025, una misura che rappresenta un sospiro di sollievo per la flessibilità lavorativa. Per chi investe nella trasformazione digitale, il bonus transizione 5.0è stato ampliato, permettendo di beneficiare del credito d’imposta anche per gli investimenti effettuati prima della presentazione della domanda, purché avviati dal 1° gennaio 2024.

In conclusione, il Decreto Milleproroghe rappresenta un intervento significativo per rispondere alle necessità urgenti di vari settori – dalla Pubblica Amministrazione alle imprese, dal fisco alla sicurezza.

Tuttavia, è fondamentale ricordare che queste misure non devono sostituire un lavoro legislativo organico. Il nostro Paese necessita di riforme strutturali a lungo termine per affrontare i problemi sistemici che, purtroppo, non possono essere risolti con provvedimenti emergenziali.

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