I punti chiave
La bellezza è soggettiva, non ci sono dei criteri univoci per stabilire in modo concreto ciò che piace. L'eleganza, invece, è oggettiva perché gioca su linee armoniche, su dimensioni e proporzioni che si amalgamano in modo uniforme, per creare un effetto che lasci in attonita reverenza. Quando una Lancia Gamma Coupé passa per strada il primo gesto che verrebbe da compiere sarebbe quello di sfilarsi il cappello dalla testa, in segno di rispetto. Lei è stata la vera e degna erede della Aurelia B20, merito della matita ispirata del grande maestro Aldo Brovarone, della carrozzeria Pininfarina, che le ha conferito un'aura di regale sobrietà, come una diva del cinema muto. Le sue forme semplici e lineari sono pura arte, la sua sagoma squadrata e tesa possiede una bellezza classica, senza tempo. Punta di diamante della sua raffinatezza sono la coda di rondine al posteriore e quello sguscio che sormonta l'intera fiancata. L'anima di Lancia è posseduta in questo scrigno di gemme, anche se i suoi tempi non furono soltanto rose e fiori.
Vizi e virtù di una dama
La Lancia nel 1969 diventa di proprietà di Fiat, quando la produzione di auto di alta gamma era già stata messa in secondo piano da tempo, privilegiando veicoli di classe media, come Fulvia e Flavia. Per sostituire la Flaminia, la grande ammiraglia torinese, viene pensata la Gamma, una berlina controtendenza che stravolge tutto il panorama autombolistico internazionale. È il 1976 quando questa vettura signorile e dall'elevata tecnica progettuale viene presentata al Salone di Ginevra. L'anno successivo, invece, viene commercializzata la sua variante Coupé, che sbalordisce per il design. La Gamma Coupé è una gran turismo dal sangue blu, è regale non solo nelle sue sembianze, ma anche nel suo muoversi in strada. Adotta lo stesso telaio della berlina, accorciato di 11 centimetri, e la trazione anteriore. Sotto al cofano si fa spazio un Boxer basso e leggero progettato dalla Lancia nelle cilindrate di 2000 e 2500 cc, con potenze che variano dai 120 ai 140 CV. Lo spazio è abbondante, i rivestimenti pregiati e raffinati, tanto che chiederle di scattare in modo barbaro sembra quasi un delitto, quindi meglio sfruttare la sua abbondante progressione e guidare in modo rilassato.
Ciò che colpisce è il suo modo di stare incollata alla strada, grazie alle sospensioni McPherson per l'anteriore e il posteriore, oltre alla sua capacità di arrestare la corsa in modo fulmineo e senza staccare la testa dal collo. Un equilibrio perfetto, per un prodotto che fa faville sin dai primi istanti di vita. C'è, però, un rovescio della medaglia che è quello dell'affidabilità. Sono tempi duri per la Lancia, che prima di gettare nella mischia la Gamma Coupé le dona un collaudo frettoloso e imperfetto. Così, le prime versioni vengono tormentate da alcuni problemi, che talvolta sfociano in gravi magagne: il primo riguarda la presenza di due soli cuscinetti tendicinghia per bancata che, a causa della pompa dell'idroguida collegata all'alberto a camme, quando si gira il volante a macchina ferma si può andare incontro alla rottura della cinghia dentata del servosterzo; il secondo si riferisce a una scelta infelice per la cinghia di distribuzione in gomma, inadeguata a sostenere gli sforzi di un motore Boxer. Con il restyling del 1980, gran parte delle problematiche viene risolta brillantemente ma, nel frattempo, molti lancisti sono rimasti a piedi. Un brutto danno d'immagine.
Le evoluzioni della Lancia Gamma Coupé
Nel 1980 viene inserito in listino un nuovo motore 2.5 a iniezione elettronica Bosch, che sostituisce il vecchio propulsore a carburatori, poi, c'è spazio anche per un cambio automatico a quattro rapporti che si affianca a quello manuale a cinque velocità. Dalla base di questa coupé, Pininfarina dà libero sfogo alla propria fantasia e produce tre versioni differenti: una berlina a tre volumi, chiamata Gamma Scala, una spyder e una shooting brake, la Gamma Olgiata, dai connotati moderni e decisamente all'avanguardia per la sua epoca. Nessuna di quest'ultime riuscirà a superare la fase del prototipo, restando degli esercizi di stile intriganti e raffinati.
Il passo di addio arriva nel 1984, quando ai vertici del brand di Chivasso si rinuncia a darle un'erede. Le vendite complessive della regale coupé italiana sono di 6.789 esemplari.
Il vuoto verrà colmato nei listini dalla futura Lancia K Coupé del 1996, mentre nel cuore degli appassionati la mancanza si fa ancora sentire. Vedere oggi una Gamma Coupé sfilare per la strada ci fa comprendere al meglio cosa significhi l'eleganza perpetua, quella che non passa mai di moda e che attira sempre lo sguardo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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