I punti chiave
Siamo nei primi anni Ottanta del secolo scorso e il marchio Mercedes-Benz rappresenta un baluardo del lusso, del comfort e dell'esclusività. Eppure, la rivoluzione è dietro l'angolo e ha un nome: 190 E. Appena uscirà sul mercato, la berlina media disegnata da Bruno Sacco, raccoglierà un consenso fragoroso e segnerà un'epoca intera. Il riscontro commerciale si rivelerà uno dei maggiori e dei più importanti di tutta la storia della Stella di Stoccarda, mentra la sua natura consentirà a molte più persone di entrare nel magico mondo di questo Brand dalla porta di ingresso, e non da una via secondaria. Certo, la 190 non fu apprezzata dalla vecchia guardia, quella più ostile al cambiamento, perché ancorata a un'immagine snob e irraggiungibile, ma dagli altri sì. Lo sconvolgimento apportato da questo veicolo non è legato soltanto allo sdoganamento del marchio a una frangia più ampia di persone, infatti con lei si è intrapreso anche - il quasi - inesplorato sentiero della sportività su una berlina, grazie alla 190E 2.3-16 che tenterà imprese e record da urlo.
L'impresa di Nardò
Nel 1983, un anno dopo il debutto della versione standard, a Stoccarda sono pronti con i fuochi d'artificio. I tecnici della Stella sono impazienti di presentare al mondo la 190E 2.3-16, versione pepata e cattiva della "Baby Benz". Prima di darla in pasto ai possibili clienti, è necessario creare un alone di fascino e di magnetismo, legando questo veicolo al fattore dell'impresa sportiva. Una carovana di ingengeri e di tester d'eccezione di Mercedes raggiunge la pista di Nardò, in Puglia, andando alla caccia di alcuni record prestigiosi. L'obiettivo è quello di far girare questa vettura a tutta velocità sull'anello del tracciato italiano, per migliaia e migliaia di chilometri: il primo step sono i 25.000 km, il secondo i 50.000. In questo modo si possono unire due elementi cruciali per innescare l'appeal richiesto: le performance e l'affidabilità; quest'ultima imprescinibile per la Casa. Dopo 201 ore, 39 minuti e 43 secondi, la 190E 2.3-16 tocca la soglia dei 50.000 chilometri sempre a tavoletta, per la gioia di tutti gli elementi impegnati al raggiungimento di questo traguardo storico, stremati dopo di 14 ore per assistere i piloti ai pit stop. Il guanto di sfida a BMW era stato lanciato.
Aspirazioni di vittoria
L'auto possiede dei contenuti tecnici molto affascinanti, a cominciare dal propulsore sotto al cofano: un 2.3 litri, 4 cilindri, con 16 valvole messo a punto dalla Cosworth, non un'azienda qualunque. Il vibrante ed emozionante motore sviluppa la bellezza di 180 CV a 6.200 giri, che spinge la media tedesca fino alla soglia dei 230 km/h di velocità massima. Con una base del genere, paragonabile a un'arma letale, si possono tentare le scalate ai vari campionati turismo europei e soprattutto di imporsi nel DTM, che è il vero punto di riferimento della categoria, e un volano commerciale straordinario. L'auto che vince il torneo tedesco assume immediatamente l'aura del mito ed è facile che, poi, i clienti vengano a bussare alla concessionaria per comprare un esemplare da posteggiare nel proprio vialetto di casa.
Senna vince al Nurburgring
Esiste un circuito che più di ogni altro può raccontare di lotte e battaglie epiche: il Nurburgring Nordschleife. Grazie alla sua conformazione unica, immerso nella Foresta Nera, negli anni si è conquistato la fama di tracciato tecnico e difficile. Per molti è "l'inferno verde", perché se sbagli un'uscita, lui non ti dà scampo. Nel 1976, qui, Niki Lauda ha rischiato di lasciarci la pelle, quindi bisogna portargli il massimo rispetto. Ovviamente, il fascino della pista tedesca è incomparabile e non c'è miglior viatico di uno show su questo asfalto, per promuovere la sportiva Mercedes-Benz 190E 2.3-16.
Dunque, prende forma la Nürburgring Champions Mercedes-Benz Cup, alla quale partecipano una lunga lista di piloti dal blasone colossale, tra i quali c'è lo stesso Lauda. Il parterre viene completato da Prost, Reutemann, Hulme e tanti altri. Tra le nuove leve, non ancora affermate ma dal telento cristallino, c'è anche Ayrton Senna. Quando la sfida parte, il brasiliano non mostra nessun timore reverenziale, con la 190E tra le sue mani fila come un diavolo.
Il suo stile emerge, perché sfrutta tutta la carreggiata a disposizione e tiene vivace la propria berlina anche in piena percorrenza di curva, grazie ad una somministrazione di acceleratore dosato e intermittente. Il futuro tre volte campione del mondo della F1 vincerà questa coppa, stupendo il mondo intero, legando il suo nome per sempre a quello della mitica Mercedes-Benz 190E 2.3-16.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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