RUF, il lato oscuro e cattivo della Porsche

RUF è un'azienda specializzata nelle modifiche alle Porsche, ma la sua storia per affermarsi è tanto curiosa quanto affascinante

L'originale RUF CTR Yellowbird
L'originale RUF CTR Yellowbird

Pfaffenhausen non è di certo una metropoli, tutt'altro, dato che si parla di un piccolo e ameno borghetto da poco più di duemila anime, immerso nel verde della Baviera. Eppure, anche le storie più romantiche possono nascere da piccole realtà e seguire dei percorsi imprevedibili fino a raggiungere il sogno della vita. Questo è quello che accade a RUF, azienda che sorge nel 1923 come piccolo garage, per poi convertirsi in stazione di rifornimento, grazie all'ingegno di Alois Ruf Senior. Il fondatore della compagnia ha delle visione illuminanti, in tempi non sospetti crede nel progresso e soprattutto rimane affascinato dall'automobile. Quello straordinario mezzo che può portarti a grandi velocità da una parte all'altra, facendolo con stile e comodità, molto più delle vecchie carrozze a cavallo. Gettarsi, tuttavia, nel settore automobilistico è una sfida troppo ambiziosa, potrebbe essere un azzardo da pagare a caro prezzo, quindi meglio farsi strada su un settore con minor competizione come quello degli autobus. In fondo il comune denominatore è lo stesso, viaggiare su gomma per le strade di tutto il Paese, la Germania. Così, negli anni '50 la RUF si accinge a entrare in prima fila nel campo della produzione degli autobus, riuscendoci con successo. Poi, un giorno arriva l'epifania che cambia completamente le sorti dell'azienda.

Dagli autobus alle automobili

Quando si dice che le vie del Signore sono infinite, e anche imprevedibili, non è un caso. Il futuro della RUF cambia in un tranquillo giorno qualsiasi del 1963, quando sulle veloci stradine vicino a Pfaffenhausen, una Porsche 356 supera di gran carriera l’autobus di Alois Ruf Senior, sfrecciando via come una scheggia di proiettile. In quel momento il signor Ruf si trova al volante del grande mezzo sverniciato dalla sportiva di Stoccarda, quando si accorge che in lontananza c'è un fumo che proviene proprio da quella macchina, che si è schiantata appena dopo una curva. L'uomo scende dall'autobus e si incarica di portare il negligente incidentato all'ospedale, mentre la 356 viene affidata alla cure del garage RUF, che si trova a breve distanza dal misfatto. Quando la Porsche entra nell'officina ha inizio la relazione amorosa tra Alois Ruf Junior, figlio del fondatore dell'omonima azienda, e il marchio di automobili, che di lì a breve diventerà il business principale dell'impresa di famiglia. Prima si passerà alla manutenzione delle Porsche, poi alla messa a punto, infine a partire dagli anni '70 Ruf diventerà il "modificatore" ufficiale delle sportive di Zuffenhausen.

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La RUF CTR Yellowbird

Le congiunzioni astrali e - soprattutto - i piani di Porsche servono un assist al bacio a RUF, nel frattempo passata saldamente nella mani di Alois Junior, che inizia a vendere le proprie Cavalline di Stoccarda modificate. D'altronde a Zuffenhausen hanno lanciato l'avveniristica e rivoluzionaria 928, che secondo i vertici deve rappresentare il futuro del brand, riducendo inevitabilmente la gamma di 911. Allora i clienti Porsche affezionati, scovano in RUF quell'oasi che serve per placare la loro fame e si innamorano della piccola realtà bavarese, specializzata proprio nella 911. Il vero boom, però, arriva nella seconda metà degli anni '80 con un modello destinato a ottenere una risonanza planetaria: la CTR Yellowbird. La base di partenza, neanche a dirlo, è una Porsche 911 (930), che adotta una motore sei cilindri da 3,2 litri accoppiato a un turbo, con doppi turbocompressori e doppio intercooler. La potenza complessiva raggiunge i 469 CV, una cifra pazzesca per quel periodo. Oltre all'inimmaginabile cavalleria, i tecnici di RUF riducono di circa 200 chilogrammi il peso della berlinetta tedesca rispetto alla sua versione di origine. Gli accorgimenti permettono alla RUF CTR di raggiungere il record di velocità massima di 340 km/h. Siamo nel 1987, la prova viene eseguita su un tratto di autobahn tedesca senza limiti, come la fama che raggiunge l'azienda grazie a questa impresa di rapidità. Non ci sono Ferrari o Lamborghini a tenere il passo della furiosa RUF. A quel punto molti proprietari di Porsche cominciano a bussare alle porte dell'azienda con frenesia, per ricevere il folle incantesimo destinato all'incremento di prestazioni.

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La Yellowbird del 1987

La fama planetaria

A contribuire all'ascesa di RUF a livello mondiale ci pensa una trovata eccezionale, un video che viene denominato “Fascination on the Nürburgring”, con protagonista la fantomatica CTR Yellowbird. L'adrenalinica sequenza di immagini, con la sportiva lanciata a grande velocità sul tempio tedesco nella Foresta Nera, nelle quali si vedono anche evoluzioni e derapate da paura fa il giro del mondo. Pensare che internet è ancora lontano dalla sua completa diffusione, ma nonostante ciò, la VHS comincia a circolare nelle case di ogni appassionato. Il filmato viene visto così tanto che le cassette si consumano, mentre l'appeal e il fascino dell'azienda galoppa verso il suo massimo vertice. Si accorgono della loro sana follia anche i creatori della fortunata saga videoludica "Gran Turismo" che, nel 1998, vogliono quelle spericolate auto tedesche nel loro ventaglio di proposte. Kazunori Yamauchi, produttore del gioco, si spende in prima persona per incontrare Alois Ruf JR in un hotel giapponese e da lui ottenere il consenso a cedere i diritti per fare sbarcare le sue auto nei circuiti virtuali. L'accordo viene siglato e all'alba del nuovo millennio, tutti quanti si accorgono dell'esistenza delle RUF, il lato oscuro di Porsche.

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Le evoluzioni al Nurburgring della CTR Yellowbird

La storia prosegue

Nel frattempo RUF continua a realizzare le sue Porsche modificate, specializzandosi in una vasta gamma di proposte. Poi, nel 2017 esce una nuova CTR che assomiglia tanto alla Yellowbird originale, ma possiede una carrozzeria in fibra di carbonio su misura e altri accorgimenti che vengono sviluppati in modo indipendente dall'azienda bavarese.

Tutt'ora, RUF persegue la sua utopia, proponendo a un pubblico di affezionati delle sportive dall’aspetto retrò e dal temperamento folle e cattivo. Loro, d'altronde, sono l'altra faccia della luna di Porsche, quella ancora più spregiudicata e sprezzante di potente furia di cavalli vapore.

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La moderna CTR del 2017

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