In autostrada come in pista Si schianta a 320 all’ora: illeso

BellunoA metà anni settanta un volo Milano-Cortina, per chi poteva permetterselo, costava 25 mila lire. Sì, la Perla delle Dolomiti aveva un piccolo aeroporto, nella frazione di Fiames, rimesso in sesto dall’Alialpi nel 1975 dopo che nel 1968 l’assassinio del conte Cesare Acquarone, principale azionista dell’Aeralpi che inaugurò il servizio nel ’62, provocò il fallimento della compagnia e il blocco dei voli.
L’idea di rilanciare un servizio aerotaxi, con biglietti, per l’epoca niente affatto popolari (10 mila lire per Bolzano, 15 mila lire per Venezia e, come detto, 25 mila per Milano), fruttava un discreto guadagno alla società. Ma a tragedia seguì tragedia: il 31 maggio del 1976 un Cessna della nuova società Alialpi si schiantò al suolo in fase di decollo, causando la morte di sei persone. Quello fu l’ultimo volo.
Lupo Rattazzi e Marco Rosati, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Esperia, non sono scaramantici e non si lasciano influenzare da questi sfortunati precedenti, peraltro molto lontani nel tempo. Piuttosto, piano industriale alla mano, hanno deciso di scendere in... montagna e riattivare la vecchia pista Fianes trasformandola però in un eliporto in grado di collegare, anzi di ricollegare, la Perla delle Dolomiti, con i principali scali italiani, a partire, come 35 anni fa, da Venezia e Milano.
L’idea è stata partorita dal Comune di Cortina, che nel 2008 ottenne dalla Regione Veneto un contributo di un centinaio di migliaia di euro per risistemare l’impianto e attrezzarlo come eliporto. La spesa totale superò i 700 mila euro. Dopodiché venne indetta una gara d’appalto per la progettazione, la costruzione e la gestione dell’eliporto. Appalto in project financing che è stato vinto da un’associazione temporanea di imprese di cui fa parte Esperia, che per trent’anni avrà in concessione lo scalo.
L’idea del Comune è chiara: concedere l’area e la gestione del servizio a Esperia e dotare la zona di un importante punto di riferimento per i tanti turisti che, d’inverno come d’estate, arrivano nelle Dolomiti. L’associazione di imprese sta riattivando il vecchio scalo dotandolo di piazzole per sei elicotteri, un hangar riscaldato di mille metri quadrati ed una struttura per servizi ai passeggeri di circa 100 metri quadrati. Quanto basta per garantire un trasporto continuativo senza turbare i vincoli ambientali imposti dallo stesso Comune: per capirci, elisky e trasporto di sciatori e escursionisti in quota restano fuori dall’ambito di questa operazione.
«L’iniziativa - ha spiegato l’amministratore delegato di Esperia, Marco Rosati - rientra in un’operazione più ampia della società che sta promuovendo l’elicottero, sistema pressoché assente nel mercato trasportistico italiano, nel nord del Paese».
Cortina incrocia le dita. Non certo per paura che si verifichino altri disastri nella pista «maledetta», peraltro ora trasformata in una serie di piazzole per l’eliporto, quanto piuttosto per l’esito commerciale dell’iniziativa.

Il biglietto sarà sicuramente più salato delle 25 mila lire degli anni 70, ma i frequentatori abituali di Cortina, quelli che adesso sono costretti a inerpicarsi sui tornanti della statale 51 d’Alemagna a bordo di Mercedes e Bmw, solitamente non hanno grossi problemi di portafoglio. E la comoda rapidità di un volo Milano-Cortina non ha prezzo.

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