Autostrade, stop del tribunale a Di Pietro

Il ministro: «Decisione fuori tempo e fuori luogo. Le norme sono già state modificate in Finanziaria»

Laura Verlicchi

da Milano

La querelle su Autostrade si trasferisce al tribunale di Genova. Dove il presidente della sesta sezione, Michele Marchesiello, su esposto dell’Aiscat e dell’Autofiori, invita il governo italiano a non dare applicazione alle nuove regole sulle concessioni - il cosiddetto articolo 12, fortemente voluto dal ministro Antonio Di Pietro - e rinvia la causa alla Corte di giustizia europea. Una decisione, ovviamente, non apprezzata dal ministro delle Infrastrutture: «È fuori tempo e fuori luogo - ha replicato seccamente -: l’articolo 12 è già stato modificato e superato tanto in sede di conversione del decreto, quanto in sede di approvazione della Finanziaria 2007. Ricordo anche che sull’articolo, nella sua nuova formulazione, entrata in vigore con la legge di bilancio, si è già espresso il Tar del Lazio, rilevandone la conformità alla normativa europea».
Il giudice Marchesiello non intende polemizzare con l’ex pm: «Sappiamo benissimo che l’articolo 12 non esiste più, in quanto superato dalle modifiche - si limita a dire -. Con l’ordinanza abbiamo chiesto alla Corte di giustizia se ve è conformità tra normativa italiana sulle concessioni autostradali e direttive europee, ponendo alcuni quesiti: a esempio, se una normativa espropriativa che prevede il subentro dell’Anas sia compatibile con il diritto di proprietà tutelato dall’ordinamento comunitario. Nello stesso tempo ho richiesto e non ordinato, sotto forma di raccomandazione, di non applicare le nuove norme in attesa della decisione della Corte di Bruxelles, chiamando a supporto la norma del codice civile che invita le parti a comportarsi con lealtà e correttezza. La richiesta è stata inviata con procedura d’urgenza, ma va anche detto che solitamente per questioni del genere occorrono non meno di 6 mesi». E anche l’Aiscat, che nel suo esposto aveva appunto chiesto la non attuazione dell’articolo 12, fa notare, in un comunicato, che il procedimento si riferisce «alla recente disciplina in materia di autostrade così come risulta dalle ultime modifiche contenute nella legge finanziaria».
La questione, dunque, è tutt’altro che chiusa: ora la palla passa ancora una volta alla Ue. Toccherà alla Corte di giustizia rispondere ai quesiti posti dal giudice Marchesiello: e tra questi, la legittimità per le nuove norme di imporre lo svolgimento di una gara nel caso di affidamento di lavori anche quando il diritto comunitario non lo preveda.

E sull’articolo 12 è ancora acceso il faro dell’eurocommissario Charlie McCreevy: solo due giorni fa, infatti, Di Pietro ha consegnato le risposte richieste dal commissario al Mercato interno, che dovrà ora decidere se archiviare o meno la procedura d’infrazione. Un’intesa con l’associazione delle concessionarie, invece, si sarebbe trovata a livello di direttiva Cipe, di cui la bozza dovrebbe essere pronta per martedì. Il titolo Autostrade ha guadagnato lo 0,26 per cento.

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