Autovelox ed etilometri? Sono chiusi negli armadi

Nelle strade romane si continua a morire: ma i vigili hanno le mani legate perché non riescono a fare attività di prevenzione

Etilometri e autovelox chiusi negli armadi perché le pattuglie della municipale non sono sufficienti per fare prevenzione. La capitale detiene il triste primato degli incidenti mortali anche perché i vigili urbani non riescono a controllare il territorio. Gabriele Di Bella, dirigente sindacale della Cisl e istruttore della municipale presso il II gruppo, denuncia che in città servirebbero duemila agenti in più per cercare di limitare le tragedie sulle strade.
All’indomani della morte delle due turiste irlandesi per mano dell’ennesimo «pirata», il sindacalista lancia una provocazione chiedendo ai candidati sindaco quali progetti abbiano in mente per risollevare il destino del Corpo. «Fino ad oggi non esistono piani per la sicurezza stradale - dichiara Di Bella - nei prossimi giorni, ad esempio, entreranno in servizio 500 colleghi che verranno smistati nei 19 municipi e finiranno probabilmente dietro le scrivanie o serviranno a rimpiazzare i vigili già andati in pensione. Ma niente cambierà sul territorio». Servirebbero, infatti, 2mila unità in più. «La nostra attività in questi ultimi anni è stata solamente repressiva e non preventiva - racconta il sindacalista - la mattina i colleghi raggiungono nei presidi fissi, ma alla prima chiamata dalla centrale sono costretti ad abbandonarli. Di notte, poi, è peggio: una sola pattuglia per gruppo in municipi immensi, come il II, il IV o il X, estesi quanto la città di Firenze. Questo significa che si riesce a malapena a fare le rilevazioni dei mortali, ma non a scongiurarli attraverso i controlli». La tecnologia, poi, ottenuta a furia di battaglie è praticamente inutile. «Non ci sono agenti da piazzare dietro gli autovelox - conclude di Bella - e gli etilometri finiamo per usarli solo quando si verifica un incidente e non per evitarlo vigilando sul tasso alcolometrico degli automobilisti».
Due giorni fa un pensionato è stato ucciso da un centauro a Torbellamonaca. E ieri sera in piazza Risorgimento, a poche centinaia di metri dal punto dell’incidente dell’altra notte, un autbus ha investito una donna che stava attraversando sulle strisce pedonali e ha perso una gamba. «La cosa triste - afferma Samuele Piccolo, consigliere uscente di An - è che alcuni politici o pseudotali, invece di tacere, non avendo fatto nulla in materia di prevenzione durante il loro mandato elettorale, vedi Rutelli prima e Veltroni dopo, aprono bocca per declamare le solite banalità. E il sindaco uscente, si scopre sceriffo di ferro invocando la certezza della pena per il trentaduenne che ha ucciso le due straniere».
Provocazioni arrivano anche dal Codacons. «Abbiamo deciso di diffidare il commissario prefettizio e l’assessore alla Mobilità affinché cancellino dall’asfalto le strisce pedonali - spiega il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi - così da obbligare i pedoni all’attraversamento solo ai semafori, in presenza di segnale rosso per gli automobilisti. Questo perché nella capitale i limiti di velocità non vengono rispettati, cosa che rende pericoloso attraversare alcune vie». Il Codacons chiede anche alla Procura di accertare le corresponsabilità del Comune in merito alla morte delle irlandesi e di verificare quante pattuglie dei vigili fossero assegnate al momento dell’incidente sul quel tratto del Lungotevere.


Federico Guidi e Marco Clarke, candidati nelle liste del Pdl al Comune e al municipio XX, qualora fossero eletti punteranno invece sul «Discoperator», una persona adeguatamente formata e competente in materia d’ordine pubblico, sicurezza e rapporti interpersonali, che avrà il compito di garantire il regolare svolgimento delle serate nei locali romani. Una figura che per altro è operativa già da tempo anche in Piemonte.

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