Un autunno di terrore: Benicio è licantropo e Megan Fox vampira

Invasione dell'horror al cinema: da "The Wolfman" con Del Toro a "The box" con Cameron Diaz, in arrivo tanti film di paura

Un autunno di terrore: Benicio è licantropo e Megan Fox vampira

Roma - Terrore, buio, paura e sangue. Tanto sangue. In una parola: horror. Che al cinema, come in letteratura, non sembra accusare crisi. Anche perché il genere lavora sulle nostre paure più o meno recondite. E che cosa c'è di meglio di una grande sala buia per esorcizzarle? Tanto più poi che il genere è stato completamente sdoganato dalla recente Mostra di Venezia dove sono stati proiettati almeno cinque film classificabili come horror. Tra cui Survival of the dead, piazzato audacemente in concorso, diretto dal maestro del genere George Romero (autore di La notte dei morti viventi, uno dei pochi film che raggiunge il massimo dei voti nell'indispensabile «Dizionario dei film horror» di Rudy Salvagnini). Lungimirante la scelta del direttore Marco Müller. Nei prossimi mesi infatti l'horror dilagherà nei cinema di tutto il mondo.

Il primo e atteso titolo ad arrivare nelle nostre sale (il 6 novembre per Fox), sarà Il corpo di Jennifer di Karyn Kusama che, uscito lo scorso week-end negli Stati Uniti, ha subito raggiunto il quinto posto al botteghino. Quasi un record visto il divieto «R» per i minori di 17 anni non accompagnati dai genitori. Il corpo di Jennifer è una sorta di horror-sexy-scolastico (tre cose che messe insieme sono una bomba per gli ormonali adolescenti), scritto da quella Diablo Cody che i ragazzi li conosce bene (è l'autrice dell'oscarizzato Juno), in cui la conturbante star Megan Fox interpreta una studentessa pon-pon di un college del Minnesota che, posseduta da un demone, si trasforma in una perfida vampira. E visto che, come recita il trailer, «ogni ragazzo morirebbe per lei», la sua truce missione mangiauomini ha la strada spianata. All'attrice di Transformers, la «donna più sexy del mondo» che nella realtà si tatua i nomi dei fidanzati sull'inguine, il ruolo di vampira deve essere proprio piaciuto visto che ha anche appena finito di girare l'horror-western Jonah Hex in cui al contrario si trasforma in una pistolera a caccia di stregoni.

Più compassata, e in qualche modo più classica, è l'incursione nel genere, a cavallo tra l'horror e il thriller, di Renée Zellweger che in Case 39 (dal 4 dicembre per Universal) interpreta un'assistente sociale alle prese con il «caso» particolare di una bambina di 10 anni con una lugubre famiglia alle spalle. Alla povera Renée toccherà scoprire la terrificante forza del male e l'inquietante problema della piccola Lillith: ogni persona accanto a lei muore, prima o poi. Nell'attesa la Zellweger ne ha approfittato intessendo un'intensa relazione con l'altro protagonista del film, il bel Bradley Cooper.
Sempre di morte, naturalmente, si parla in The Box (dal prossimo gennaio per Lucky Red) ma qui Cameron Diaz dovrà scegliere se darla a qualcun altro. E sì perché, nel film diretto da Richard Kelly (il regista del cult-movie Donnie Darko) e tratto da un racconto del prolifico scrittore e sceneggiatore statunitense Richard Matheson (quello di Duel tanto per intenderci), la Diaz trova sull'uscio di casa una misteriosa scatola. Al suo interno c'è un marchingegno con un pulsante. Uno sconosciuto le spiegherà che se lo preme una persona nel mondo che non conosce morirà. In cambio lei riceverà un milione di dollari. Rinunciare all'offerta, però, significa mettere a repentaglio la propria vita e quella dei propri cari. Quale sarà la soluzione a questo dilemma morale?

Con Benicio Del Toro torniamo invece nella più classica saga horror della storia del cinema, quella sui licantropi. Così in The Wolfman (da febbraio per Universal) diretto da Joe Johnston, Del Toro per proteggere il suo villaggio e la sua donna dovrà uccidere una spaventosa creatura che si aggira di notte. Ovviamente durante la caccia il suo personaggio scoprirà il proprio lato B, oscuro e, diciamo così, un po' peloso... Ma non finisce qui perché l'horror al cinema prosegue con evoluzioni in 3D (Piranha), interminabili serie (Saw, Halloween) e remake (Nightmare).

Il dato curioso è che, se escludiamo qualche sporadica e marginale produzione di casa nostra (Smile di Francesco Gasperoni, uscito a fine agosto e già dimenticato, Cavie dei Manetti Bros e L'ombra del Tiromancino Federico Zampaglione), abbiamo sostanzialmente appaltato le nostre paure agli americani. Sempre colpa della globalizzazione?

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