Campari: vendite in rialzo nel 2024, possibile impatto dazi fino a 100 mln

Campari chiude il 2024 con un utile in calo del 39% a 202 milioni, nonostante vendite in crescita del 5,2% a 3,07 miliardi. Il 2025 sarà un anno di transizione, con possibili tagli del 10% della forza lavoro

Campari: vendite in rialzo nel 2024, possibile impatto dazi fino a 100 mln
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Campari archivia il 2024 con un utile in calo, nonostante l’aumento delle vendite, e si prepara a un 2025 di “transizione” che nel medio termine dovrebbe portare il gruppo milanese verso una sovraperformance rispetto ai competitor e a guadagnare quote di mercato. “Dopo due mesi nel ruolo – ha detto l’amministratore delegato Simon Hunt in occasione della diffusione dei conti - sono felice di annunciare che Campari Group ha conseguito nuovamente risultati positivi e una sovraperformance rispetto ai competitor nel 2024, che è stato un anno sfidante in quanto segnato dagli effetti della volatilità macroeconomica e geopolitica. Guardando al futuro, posso dire che, dopo un periodo di transizione nel 2025, rimaniamo molto fiduciosi nel continuo mantenimento di una sovraperformance nel lungo termine”.

In un anno caratterizzato da volatilità macroeconomica e geopolitica che ha impattato consumi e canali distributivi, l’azienda, tra i leader mondiali nel settore degli spirit, ha riportato vendite pari a 3.070 milioni, in aumento del 5,2%. L’utile netto è invece sceso del 39% a 202 milioni, e su base rettificata (ossia escludendo le poste straordinarie) è diminuito del 3,7% a 376 milioni. Tuttavia, Campari ha fatto sapere che intende distribuire agli azionisti un dividendo di 0,065 euro per azione, stabile rispetto all'anno precedente. La cedola, se approvata, verrà posta in pagamento il 24 aprile.

Guardando al futuro, il gruppo prevede per l’anno in corso una crescita delle vendite organiche ancora moderata, con un miglioramento del trend nella seconda metà del 2025, mentre l’Ebit su base rettificata è previsto rimanere invariato. Le prospettive non includono i potenziali impatti dei dazi al 25% sulle importazioni dal Messico, dal Canada e dall’Europa verso gli Stati Uniti, che sono stimati in circa 90-100 milioni “prima di potenziali azioni di mitigazione, attualmente in fase di valutazione”. Per il 2025, il possibile impatto è previsto essere di circa 35 milioni di euro a partire da marzo per le importazioni negli Stati Uniti dal Messico e dal Canada.

Nessun dettaglio invece è stato fornito sulla strategia di rilancio avviata dal nuovo ceo Simon Hunt, che prevede anche tagli della forza lavoro e contenimento dei costi. Le indiscrezioni emerse di recente suggeriscono una ristrutturazione organizzativa imminente con un taglio di circa il 10% della forza lavoro a livello globale. L’azienda attualmente conta 25 stabilimenti sparsi per il mondo e una rete distributiva propria in oltre 26 paesi, un sistema che dà lavoro a quasi 5mila persone.

Secondo i rumors, quindi, i posti di lavoro a rischio sarebbero circa 500, un centinaio dei quali in Italia. La delicata e complessa fase di mercato ha pesato di recente sul titolo Campari quotato a Piazza Affari, anche se oggi l’azione ha chiuso in controtendenza rispetto al mercato segnando un rialzo dell’1,35%.

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