Si alza il velo sulla controversa joint venture tra Generali e Natixis nel risparmio gestito. Dopo l’ok avvenuto ieri da parte del cda del Leone di Trieste, un comunicato ha illustrato i contenuti dell’intesa che era comunque in gran parte trapelata sui giornali. L’intesa prevede la creazione di una nuova società di asset management «controllata in modo condiviso dalle due istituzioni finanziarie - ciascuna con una quota del 50% - e opererebbe sotto una struttura di governance congiunta, secondo equilibrati criteri di rappresentanza e controllo». Uno degli elementi di novità è che Generali si impegnerebbe ad allocare 15 miliardi di euro di capitale di avviamento e di accelerazione alle società affiliate parte della piattaforma congiunta nei prossimi cinque anni, migliorando la capacità di sviluppare nuove strategie di investimento e contribuendo all’ulteriore espansione delle competenze e dell’offerta di prodotti».
La governance prevede che per i primi 5 anni il ceo di Bpce (la capogruppo di Natixis), Nicolas Namias, sarà il presidente, mentre il ceo delle Generali, Philippe Donnet, sarà vicepresidente. Woody Bradford, attuale Ceo di Generali Investments Holding, ricoprirebbe il ruolo di ceo della società e Philippe Setbon, oggi ceo di Natixis IM, il ruolo di vice ceo. È quanto riporta la nota diffusa oggi da Generali e Bpce.
Il closing, sottoposto a tutte le necessarie autorizzazioni, è previsto per l’inizio del 2026. Quanto ai numeri, sul comunicato si legge che l’intesa – che non è vincolante – farà nascere un colosso europeo dell’asset management con masse gestite per 1,9 miliardi, ricavi per 4,1 miliardi e 700 milioni di utile. Le due società stimano sinergie pre tasse di 210 milioni, a cui andrebbero aggiunti altri 70 milioni ancora estraibili dalle operazioni Conning e Mgg. La joint venture avrà una scadenza, ovvero 15 anni, ma «se i primi 15 anni saranno di successo speriamo di continuare per altri 50», ha detto Donnet. Bpce beneficerebbe di dividendi preferenziali nel 2026 e 2027, mentre Generali potrebbe beneficiare, nello stesso periodo, delle tranche di rimborso di un prestito legato al finanziamento dell'acquisizione di Mgg recentemente annunciata.
Uno degli aspetti ritenuto da più fronti problematico è il fatto che, al termine del primo mandato da 5 anni, Generali possa perdere la guida della joint venture e, quindi, anche la presa su 650 miliardi di asset apportati dalla compagnia italiana. Su questo punto, però, Bpce e Generali sottolineano che le due società “manterrebbero piena autorità sulle decisioni di asset allocation per i rispettivi asset”. In conferenza, tra l’altro, sull’ipotesi (concreta) che risparmi italiani possano finire sotto controllo estero Donnet rifila una risposta tranchant: "E’ uno scherzo: il risparmio degli italiani è nelle compagnie assicurative italiane e resterà in Italia, loro possiederanno gli asset e decideranno gli investimenti". E poi: “La grande maggioranza del cda ha approvato l'operazione con Natixis; sono infatti molto felice per il team e per il Gruppo e anche per avere ascoltato commenti entusiasti da parte dei consiglieri".
"Non commento ipotetiche iniziative di alcuni soci", ha poi risposto il top manager, a una domanda sulle possibili azioni di alcuni azionisti contrari verso la joint venture del Leone di Trieste coi francesi di Natixis.
“La creazione di una Joint Venture con Bpce rappresenterebbe un'opportunità unica per dare vita all’asset manager leader in Europa e tra i primi dieci a livello globale”, è stato il commento di Donnet sulla nota stampa di annuncio dell’accordo. “Una società con forti radici in Italia, Francia e Stati Uniti, in grado di rispondere alle esigenze in continua evoluzione dei clienti, guidata da Woody Bradford, Philippe Setbon, Nicolas Namias e me. Il nostro paese d’origine, l’Italia, e tutti gli altri mercati in cui serviamo i nostri clienti, trarrebbero vantaggio da una piattaforma di asset management ancora più solida e con rafforzate competenze di investimento, in grado di apportare reali benefici all’economia”.
“Con il nostro piano Vision 2030 annunciato lo scorso giugno, abbiamo dichiarato la nostra ambizione di crescere in Francia, Europa e in altri mercati.
È un motivo di grande soddisfazione intraprendere oggi un progetto pienamente in linea con questi obiettivi”, ha sottolineato invece il numero uno di Bpce Namias. Intanto, sui mercati la prima reazione all’intesa è stata piuttosto tiepida con Generali in calo dello 0,65%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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