Le azzurre del tennis sul tetto del mondo

da Charleroi

L’Italia campione del mondo, vince la Fed Cup e realizza il sogno della mia vita. Ieri, al termine dei 4 singolari, Italia e Belgio erano in parità. Nel terzo set del doppio decisivo Francesca Schiavone e Roberta Vinci hanno portato il punto della vittoria contro Henin e Flipkens. Le azzurre dopo aver perso il primo per 6-3 e conquistato il secondo per 6-2, stavano conducendo 1-0 nel terzo, quando Justine Henin 0-40 sul proprio servizio si è fatta male al ginocchio. È intervenuto il fisioterapista, ha curato la belga per i 3 minuti regolamentri. Poi la partita è ripresa. La Henin ha recuperato un quindici ma al termine del punto successivo, ceduto dalla Flipkens, ha annunciato il ritiro. Le azzurre in quel momento erano avanti di un break e conducevano: 2-0.
Così, per la prima volta nella storia, l’Italia entra nell’albo d’oro della coppa Davis femminile, riproponendo la vittoria che Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli ci regalarono nel lontano 1976 in Cile.
È accaduto a Charleroi dove ho assistito a un autentico trionfo di buon tennis. Non mi era ancora capitato di vedere degli incontri giocati dalle signore in una atmosfera così arroventata. Il tifo contro di noi è stato feroce. Rientrando in sala stampa ho detto a un collega dell’Equipe: «Peccato non essere arrivati fino in fondo. Ormai avevamo vinto». Mi ha sorriso: «Non è la prima volta. Quest’anno Justine si è ritirata anche contro la Mauresmo nella finale a Melbourne». Di fronte a 6mila spettatori ammutoliti le nostre straordinarie giocatrici hanno celebrato la fantastica vittoria. Nel doppio abbiamo assistito a un gioco di grandissimo livello. Pietrangeli, che soffriva accanto a me, ha detto: «Ho visto giocare così soltanto Hart-Fry e Brough-Dupont». Nomi che escono dalla Bibbia del tennis. Per dovere di cronaca voglio ricordare che la Schiavone non può essere colpevolizzata per la sconfitta subita in singolare contro la Henin. Anzi, con un minimo di accortezza avrebbe potuto vincere. Nel primo set è sprofondata 2-5. Ha recuperato fino a 4-5. Ma, sul proprio servizio, ha sbagliato 2 volte, che nel bilancio del match sono diventati 8. Justine Henin nel secondo set è calata. Ha chiesto un time out. E Francesca è andata avanti 4-1. Ha avuto 2 palle del 5-2. È stata in vantaggio 5-3. Poi sul 5-4, 30 a 0 servizio Henin, ha chiesto al giudice arbitro il permesso di andare in spogliatoio. Quando è tornata, su 17 punti giocati ne ha messi a segno 3. La partita si è conclusa per 7-5.
Il problema al polso della Pennetta nella notte si era aggravato e Barazzutti l’ha sostituita con Mara Santangelo, che opposta alla Flipkens non avrebbe dovuto soffrire. Invece, colpita da una paralisi emotiva Mara ha trasformato la sua avversaria in una gigantesca nemica. «Piano! tira piano...» avrei voluto suggerirle mentre lei si lanciava all’attacco in maniera suicida.

Per fortuna, dopo aver ceduto il primo set al tie break, come una Biancaneve baciata dal Principe, Mara si è risvegliata per infliggere alla belga un durissimo 6-3, 6-0. Questa è la storia a lieto fine di cinque magnifiche tenniste che mi hanno fatto il più bel regalo della vita.

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