Un balcone molto beckettiano

PRIMA VOLTA Per il testo bernhardiano è il primo allestimento in un teatro italiano

Un balcone molto beckettiano

È un fuori classe del nostro teatro. Un attore di rara sensibilità che si concede con pari entusiasmo a produzioni istituzionali e a lavori meno altisonanti, a partiture collettive e a monologhi intimi, a titoli di repertorio e a novità contemporanee, a ruoli maschili e a personaggi femminili. Ma Roberto Herlitzka è anche un teatrante che suscita progetti ed eventi, che crede nella necessità di certe operazioni e tenta in ogni modo di realizzarle. Come avviene, ad esempio, con Elisabetta II di Thomas Bernhard, opera tarda del grande autore austriaco e mai rappresentata fino ad oggi sulle nostre scene. E proprio con questo titolo Herlitzka debutta questa sera al teatro Vittoria diretto da Teresa Pedroni e con un nutrito cast targato «Attori & Tecnici».
Non è la prima volta che questo nostro bravo attore incontra la drammaturgia spiazzante e disillusa di Bernhard (lo ha già affrontato in Semplicemente complicato e nella versione teatrale del romanzo Gelo). Stavolta però si tratta di un testo sconosciuto ai più dove il ruolo del protagonista, un industriale anziano e scontroso inchiodato su una sedia a rotelle (e l’eco beckettiana non può che arrivarci chiara), sembra quanto mai ideale per le corde espressive di Herlitzka (impossibile citare tutti i suoi successi ma ricordiamo almeno la straordinaria nazista novantenne interpretata in Lasciami andare madre). Herrenstein è un uomo chiuso nel suo mondo, che rifiuta ogni contatto con l’esterno e che sfoga la sua misantropia parlando, parlando, parlando. Un eloquio solitario, il suo, a cui offre tacita testimonianza solo il cameriere Richard. Un eloquio che sputa veleno contro tutti e tutto e che sbeffeggia - con intelligenza - le contraddizioni del potere. Non è un caso che, quando il balcone del vecchio si appresta a diventare l’elegante salotto da cui suo nipote e gli amici di questi intendono salutare l’arrivo della regina d’Inghilterra a Vienna, quello stesso balcone si riveli macabro luogo di morte. Uno dopo l’altro i convenuti precipiteranno di sotto coprendo di lutto la pomposa farsa della cerimonia reale.

Solo Herrenstein e Richard si salveranno: appesi per sempre, proprio come Hamm e Clov, alla loro necessità di dire e di ascoltare, di rifiutare e testimoniare il rifiuto.
Repliche fino al primo novembre. Informazioni: 06 /5740170.

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