Le bancarelle di Natale hanno già preso posto

Valeria Arnaldi

Il Comune anticipa il Natale. Il tradizionale mercatino di piazza Navona, infatti, è già stato allestito e a tempo di record. I camion con i materiali sono entrati in centro tra sabato e domenica notte. «Per evitare il traffico sfruttando la Ztl notturna» la spiegazione ufficiale. Ma, molto probabilmente, anche per rispondere alle minacce degli operatori sfrattati dalla piazza che avevano minacciato di impedire l’allestimento del mercato, se non fossero state assegnate loro nuove e adeguate postazioni. A minaccia, risponde: il mercatino natalizio sarà inaugurato a dicembre, meglio, però, che intanto «occupi» la piazza. E il decoro della piazza torna a far discutere. «Secondo la delibera, le bancarelle sono indecorose per la zona - dice Celeste Astrologo, portavoce degli operatori sfrattati - e vanno rimosse. La legge deve essere uguale per tutti: via le nostre, ma anche le loro». La richiesta di un trattamento equo dovrebbe essere presto accontentata, ma senza altri sfratti. Saranno, infatti, le bancarelle «vietate» a rientrare temporaneamente in piazza per prendere parte al mercatino natalizio, a patto che si «confondano» con le altre. Sì, quindi, ai souvenir e ai presepi ambientati al Colosseo. No alle maglie dei calciatori. Regole chiare - che saranno ulteriormente definite domani in un incontro tra le istituzioni e le associazioni di categoria - ma idee confuse. Almeno sul concetto di «decoro»: i pittori che lo minacciano a piazza Navona dovrebbero, infatti, garantirlo a ponte Sant’Angelo e ponte Sisto; le bancarelle sono bandite dalla zona, ma possono restare nei pressi degli altri monumenti, Colosseo, Pantheon, Castel Sant’Angelo, Vittoriano e Fori Imperiali. E - ma solo a Natale - anche nella piazza barocca. Il mercatino natalizio non si tocca, quindi, malgrado il suo decoro lasci a desiderare. Da anni il mini-sindaco Giuseppe Lobefaro cerca di imporre delle regole per garantirne l’ordine, se non l’eleganza. Lo scorso Natale sembrava avercela fatta. Con un’apposita delibera aveva stabilito regole severe. Tutte le bancarelle sarebbero dovute essere realizzate in legno, con una tinta indicata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali. Ridimensionate le misure dei chioschi: agli spettacoli quelli grandi (4x4), gli intermedi (3x4) ai venditori di dolci e i più piccoli (3x2,5) per oggettistica varia ed artigianato. Definita la distanza dalle fontane, almeno 10 metri. Una riforma rimasta, però, sulla carta. Il Tar, infatti, ha sospeso la delibera. L’assessore al Commercio del I municipio, Fabio Zuccarelli, ha pensato allora di affidarsi alla «concorrenza» tra commercianti. Un nuovo mercato - questo sì, perfettamente in regola - avrebbe dovuto essere inaugurato tra pochi giorni, al parco della Resistenza, in viale Piramide Cestia.

Quello che sembrava essere un successo annunciato avrebbe dovuto spingere gli operatori di piazza Navona a uniformarsi spontaneamente alle nuove regole. Lo stop, questa volta, l’ha imposto il Comune che, vista la diatriba in atto, ha chiesto al municipio di non concedere, neanche in altre zone, nuove concessioni per l’occupazione di suolo pubblico.

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