Batute, l’ira del papà «Già libera la donna che l’ha ammazzata»

Batute, l’ira del papà «Già libera la donna che l’ha ammazzata»

«Mia figlia non è stata ancora sepolta e lei è già uscita dal carcere». Giovanni Oueslati, il papà di Batute, la tredicenne di origine tunisina uccisa giovedì sera dalla Mercedes Clk guidata da Monica Iacoangeli, impiegata ventisettenne di Ardea, non riesce a darsi pace. La notizia della scarcerazione dell’assassina della figlia l’ha sconvolto. «Immaginavamo che sarebbe uscita presto ma non così rapidamente», si sfoga l’uomo dopo aver saputo che Iacoangeli è uscita di prigione per decisione del gip di Velletri, e dovrà solo rispettare l’obbligo di firma.
A dirlo alla famiglia della vittima è stata l’avvocato di famiglia, che ieri si è recata personalmente in via dei Cincilla, dove viveva Batute e dove ora restano i suoi genitori, Giovanni e Dalila, la sorella Ameni di 16 anni e il fratellino Elmi di 9 anni. La mamma non si è ancora ripresa dallo choc e non esce di casa dal giorno della tragedia mentre il marito trova il coraggio di calcare il marciapiede di viale Tor San Lorenzo, dove abita e dove è morta la tredicenne, ma solamente per testimoniare la sua rabbia.
L’accusa per Monica Iacoangeli è di omicidio colposo e omissione di soccorso. I parenti dell’impiegata, però, la difendono. «Non voleva certo uccidere nessuno, tantomeno quella povera bambina - raccontano -. Monica non è una cattiva ragazza, ha avuto la sfortuna di causare questo terribile incidente e ne sta pagando le conseguenze».
Il funerale di Batute è fissato per oggi pomeriggio alle 11 negli ospedali Riuniti con rito islamico e alle 14.30 ci sarà una commemorazione nel piazzale della media «Virgilio» che la giovane frequentava.

Lo hanno deciso i genitori e il sindaco di Ardea, Carlo Eufemi, che è anche preside della scuola. Ha proclamato il lutto cittadino. «La ragazza sarà sepolta qui ad Ardea - spiega il sindaco - perché la famiglia Oueslati si sente parte della nostra città e il papà vive qui da 30 anni».

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