La sindrome della capanna: come superare la paura di uscire di casa

Portata alla luce alla fine della pandemia da Covid-19, la sindrome della capanna (detta anche sindrome della lumaca o del prigioniero) si traduce in una vera e propria paura di lasciare il luogo in cui ci sentiamo sicuri, per confrontarci con il mondo esterno. Vediamo le caratteristiche

La sindrome della capanna: come superare la paura di uscire di casa
00:00 00:00

Questa sindrome provoca una paura irrazionale di cambiare ambiente dopo un periodo prolungato di reclusione o isolamento: può variare dall'ansia, alla paura fino alla crisi di panico.

Questa sindrome fu identificata per la prima volta all'inizio del XX secolo. Sarebbe stata osservata tra cacciatori e cercatori d'oro che trascorrevano mesi interi nelle loro case, in totale isolamento. Quando si trattò di riprendere la loro vita nella società, svilupparono sintomi di paura, sfiducia e ansia: abituati a vivere in spazi ristretti e controllati, non si sentivano più sicuri nei grandi luoghi che accoglievano molte persone.

Questa sindrome è stata rilevata anche in persone che hanno trascorso periodi di reclusione in ospedali o carceri, ma anche in vittime di rapimenti.

I sintomi della sindrome della capanna

È possibile, se non si fa nulla, che compaiano sintomi di ansia più o meno grave ed essere soggetto ad attacchi di panico oppure avere tachicardia. Questi sintomi possono comparire quando si lascia la propria abitazione ma possono sorgere anche quando si pensa di uscire di casa o quando si proietta mentalmente il momento della partenza.

L’attacco di panico è caratterizzato dalla comparsa improvvisa ed imprevedibile di uno o più dei seguenti sintomi:

  • palpitazioni o battito cardiaco accelerato;
  • sudorazione eccessiva;
  • tremori o contrazioni muscolari talvolta generalizzate a tutto il corpo;
  • intorpidimento o formicolio;
  • vertigini, stordimento o sensazione di svenimento;
  • vampate di calore o, al contrario, brividi;
  • nausea o fastidio addominale;
  • sensazione di oppressione, come se il petto fosse compresso da un peso;
  • sensazione di soffocamento o strangolamento, mancanza di respiro;
  • sensazione di irrealtà, perdita di controllo;
  • paura di morire.

Chi è affetto dalla sindrome della capanna

sindrome

La sindrome della capanna può essere più pronunciata in alcuni rispetto ad altri. I bambini potrebbero avere maggiori probabilità di innescare questa sindrome. Vedono i loro genitori e coloro che li circondano cambiare comportamento e talvolta essere più stressati all'idea di uscire o prendere più precauzioni prima di uscire. I bambini più piccoli possono quindi associare l’idea di pericolo e minaccia al mondo esterno.

Anche gli anziani e gli ipocondriaci possono essere particolarmente colpiti dalla sindrome della capanna: più suscettibili alle malattie, potrebbero preferire rimanere nella sicurezza della propria casa per evitare eventuali rischi legati all’aria aperta.

Anche le persone che hanno l’abitudine di isolarsi socialmente potrebbero svilupparla.

Naturalmente non tutte queste tipologie di persone la innescano necessariamente ma sono più sensibili al suo eventuale sviluppo. È bene quindi prestare attenzione ai più giovani, agli anziani e alle persone a rischio per evitare la comparsa di questa sindrome.

Come superare la paura di uscire di casa

Per superare questa sindrome esistono diverse soluzioni. Quando si è ansiosi, è importante identificare prima la causa o la circostanza che scatena questa ansia e prendere nota dei momenti della giornata in cui ci si sente più preoccupati. È quindi possibile razionalizzare i sintomi.

Ci sono poi alcuni esercizi possono ridurre le conseguenze dell’agorafobia o del panico. Ad esempio potrebbe essere utile provare il rilassamento e la respirazione: questi metodi consentono di concentrarsi nuovamente sul momento presente.

Infine si può provare a iniziare con una breve gita o un viaggio vicino al proprio luogo di residenza per poi aumentare gradualmente la durata, la distanza e la frequenza delle uscite, approfittando anche del supporto di parenti e amici.

I primi giorni, anche le prime settimane, bisogna evitare le code, i luoghi che potrebbero ospitare troppe persone, i trasporti pubblici: in ogni caso, bisogna essere consapevoli e ascoltare ciò che si sente per non scatenare un attacco di panico. A poco a poco si riuscirà a mettere le cose in prospettiva e ci si renderà conto che l'ansia diminuirà in proporzione alla sensazione di pericolo imminente. Bisogna sempre essere fiduciosi: gli esseri umani sono capaci di evolversi, adattarsi e uscire costantemente dalla propria zona di comfort.

Se si

pensa di soffrire di questa sindrome, non bisogna esitare a cercare un aiuto professionale: uno psicologo può aiutare ad identificare i sintomi e ridurre il loro impatto sulla vita quotidiana.

Leggi anche

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica