Roma - Il premier impugna le forbici e sfoltisce l'Irap. Il governo sta studiando "il taglio
graduale dell’Irap, fino alla sua soppressione". Lo ha annunciato
il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un messaggio
inviato all’assemblea della Cna.
Il premier ha spiegato che l’operazione potrebbe avvenire "anche
mediante l’elevazione della franchigia in favore delle aziende
più piccole, l’estensione della Tremonti-ter e un sostegno
stabile alle piccole imprese che investono nell’innovazione e
nella ricerca". "Il dialogo con voi su questi temi sarà, come sempre,
diretto e costante perchè la nostra intesa sarà sempre
importante per uscire definitivamente dall’emergenza".
"Riforme strutturali" Il governo,
ricorda Berlusconi nel messaggio, per fronteggiare la crisi, "anche grazie ai vostri suggerimenti, ha messo in campo le
misure più idonee ed efficaci per contrastare l’emergenza e
avviare le riforme strutturali necessarie per tutelare e
rafforzare il sistema produttivo, a cominciare dalle imprese
più piccole. Molto è stato fatto e molto faremo ancora per
il vostro settore nei prossimi tre anni e mezzo della
legislatura". Introduzione dell’iva per cassa, detassazione
degli utili reinvestiti, accelerazione dei rimborsi da parte
della pubblica amministrazione, estensione degli
ammortizzatori sociali anche all’artigianato,
rifinanziamento del fondo di garanzia sono state alcune
delle cose fatte dal governo, ricorda berlusconi, "tra
quelle da voi sollecitate", misure, secondo il presidente
del Consiglio, "indispensabili per reggere l’urto di una
crisi mondiale e difendere la competitività sui mercati".
Il niet di Epifani L’ipotesi di abolire l’Irap? Per il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, prima di parlare di questo si dovrebbe intervenire per far pagare meno tasse a lavoratori dipendenti e pensionati. "Il primo atto da fare - ha detto interpellato dai giornalisti a proposito dell’ipotesi ventilata stamani da Berlusconi di abolire l’Irap - è ridurre le tasse a lavoratori dipendenti e pensionati: lo impone l’equità della condizione dei consumi nel paese. Poi - ha osservato - si può affrontare anche quello che riguarda le imprese". Il leader della Cgil ha ricordato che secondo indagini recenti negli ultimi 30 anni l’effetto del drenaggio fiscale ha portato via 240 euro netti al mese di retribuzione a ogni lavoratore dipendente. "In tutti i grandi Paesi - ha osservato - c’è una patrimoniale sulle grandi ricchezze, da noi avviene il contrario. Se mettessimo una tassa su tutte le transazioni finanziarie sarebbe un modo per fare giustizia nei confronti di chi non è stato responsabile della crisi ma ne ha subito solo le pesanti conseguenze".
No di Bonanni "Meno tasse? Sì ma per tutti. E per fare questo occorre stabilire un patto tra sindacato, imprenditori, e governo. Dalla crisi economica si esce tutti insieme, a partire dalle imprese e dai lavoratori" commenta il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni commentando le parole del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi sulla progressiva abolizione dell’Irap. "Così - dice Bonanni - ci siamo mossi in questi mesi, ottenendo risultati positivi con i necessari ammortizzatori sociali. Questa è la strada giusta per uscire bene dalla crisi. Adesso bisogna andare ancora avanti per ottenere la riduzione progressiva delle aliquote fiscali e delle imposte per le imprese".
Sì di Confindustria "Condividiamo che l’Irap vada ridotta e in prospettiva eliminata". Questa è la richiesta di sempre di Confindustria. "E' particolarmente urgente e importante in questo momento di difficoltà per le nostre imprese". È quanto si legge in una nota a commento delle dichiarazioni del presidente del Consiglio. "Ci auguriamo - dice Confindustria - che si passi rapidamente dalle parole ai fatti. Siamo pronti ad avviare immediatamente un confronto con il governo e le altre parti sociali per individuare le modalità di attuazione di questa misura".
Gelo dal Pd "Anche oggi l’annuncio quotidiano del presidente del Consiglio che illude gli italiani e tenta di ammannire un Paese in piena crisi economica". Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama, commenta così l’annuncio di Berlusconi. "Il governo del fare - ironizza Anna Finocchiaro - è il governo delle chiacchiere. Non basta più. Occorre governare e governare significa dare al Paese soluzioni serie ed efficaci per affrontare gli effetti drammatici della crisi economica che stanno sconvolgendo la vita degli italiani.
Ma governare non sembra il mestiere che più si confà al Premier, è più facile fare uscire ogni giorno un coniglio dal cilindro: ieri il posto fisso, oggi i tagli dell’Irap alle imprese e domani? Il Paese - conclude l’esponente del Pd - chiederà presto conto delle fumose promesse e allora saranno giorni difficili anche per un bravo prestigiatore come Berlusconi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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