Berlusconi: «Il loro compleanno è anche il nostro»

da Roma

«Il compleanno di Israele è il compleanno di tutti noi». Il premier in pectore Silvio Berlusconi brinda al sessantesimo anniversario della dichiarazione di indipendenza. E lo fa attraverso le colonne del quotidiano Yediot Ahronot di Tel Aviv.
Nel caloroso messaggio di auguri, scritto in lingua ebraica, il futuro presidente del Consiglio sottolinea come la memoria sia uno degli elementi fondamentali dell’identità di questo popolo, capace di difendere la democrazia e la libertà in condizioni difficili. «Si tratta di una memoria del tutto particolare - scrive - che non accusa e non cerca vendetta, che viene anzi proposta al prossimo come tradizione comune di tutta l’umanità. Ciascuno di noi che ha con sé ricordi, principi e speranze è un discendente di Abramo e in tutti noi c’è un poco dei figli di Israele». «Questa è la storia di un popolo che lavora in continuazione sia nei momenti felici, sia nelle traversie - aggiunge Berlusconi - e che ha saputo preservare le tradizioni e costumi antichi in ogni tempo e in ogni luogo. Pur essendo uno Stato giovane (“democrazia nel cuore del Medio Oriente”) è difficile pensare a un Paese che abbia simile consapevolezza della profondità delle proprie radici e egualmente rifletta una sofferenza indimenticabile e una speranza che non si affievolirà». «Come tale può essere oggetto di studio e metro di paragone per i vicini - spiega ancora -. Libertà e democrazia non sono mete acquisite una volta per tutte e vanno curate con dedizione quotidiana. Questo Paese rappresenta una lezione e un esempio che, pur tra le difficoltà e la logica delle lotte politiche, si sta diffondendo in Medio Oriente». «Con la sua dialettica tra i partiti, gli accesi dibattiti parlamentari, le crisi di governo, Israele rappresenta una sfida e un termine di paragone per i vicini, ancora alla ricerca di una identità che non sia frutto di sopraffazione», conclude il premier in pectore brindando al 14 maggio 1948, il giorno in cui nacque il nuovo Stato. In Israele le celebrazioni inizieranno oggi e dureranno quattro giorni. In Italia, invece, un anno intero. Lo hanno annunciato il sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Regione Piero Marrazzo presentando le manifestazioni artistiche e culturali che si svolgeranno nel nostro Paese per festeggiare lo Stato «amico».

«Vogliamo mostrare il vero volto d’Israele - spiega l’ambasciatore Gideon Meir - diverso dalle immagini di guerra dei telegiornali. Il volto di un Paese che in 60 anni di vita ha saputo creare un miracolo economico, tecnologico, scientifico e di fioritura artistica».

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