Bersani? Fa acqua

Le liberalizzazioni del governo Prodi sono pura demagogia, nell'Emilia di Pierluigi Bersani diventano un braccio di ferro tremendo fra i privati che portano lavoro e investimenti e le istituzioni che difendono ferocemente il monopolio, anche ignorando un parere dell'Antitrust. Per spiegare la volgarità e l'arroganza di questi che dovrebbero essere pubblici personaggi chiamati a decidere in nome e nell'interesse del popolo, vi racconterò la mia breve vacanza a Porretta Terme, nell'hotel Helvetia, che mi tocca nominare, non per fargli pubblicità, ma perché è la prova dell'abuso.
L'avevamo scelto con Patrizia, mia cognata, su Internet, anche perché nella nota cittadina termale dell'Appennino Tosco Emiliano, le immagini degli hotel direttamente legati alle terme apparivano simili a quelle degli hotel sovietici all'epoca di Breznev. L'Helvetia invece è un piccolo 4 stelle decorato con estro, ristrutturato e riaperto nell'estate del 2005, con una cucina dietetica gustosa, la parte di piscina, hammam e trattamenti, realizzata senza badare a spese, il personale tutto gentile ed efficiente, i prezzi decisamente onesti, soprattutto rispetto ad altre strutture, simili e carissime, in altre regioni d'Italia. Però, c'è un però, l'acqua della piscina, bellissima, sotto le volte di pietra, costruita in un edificio che durante la guerra era un rifugio antiaereo, e quella dei moderni idromassaggi, è una banale acqua piena di cloro. Come, acqua comune nel paese dove scorrono nel sottosuolo acque salsobromoiodiche e sulfuree per un'estensione di trecento ettari?
Nel giro di qualche giorno ho saputo che c'è un unico titolare di concessione delle acque, ed è la Società Terme di Porretta spa, che l'aveva avuta nel lontano 1936 per novantanove anni, «confermati», non si capisce perché, fino al 2035 dalla Regione Emilia Romagna. Alla società appartengono tutti gli stabilimenti nei quali si possono fare le cure, i trattamenti che ci piace chiamare del benessere, insomma oltre che titolare della concessione di estrazione è l'unico a operare sul mercato termale di Porretta. Più monopolio di così si muore. Peccato che già da qualche anno la crisi degli stabilimenti sia tale, chi volete che ci vada negli hotel alla Breznev, che nel marzo di quest'anno ha dichiarato bancarotta e che andrà all'asta in ottobre. Chiedono più o meno 20 milioni di euro, ne vale un quinto, ho l'impressione che sarà una storia lunga prima che qualcuno se la compri.
Il proprietario dell'Helvetia intanto ristruttura e cerca di porre rimedio al tracollo, parliamo di una cittadina di quattromila abitanti che campa di turismo termale, presenta già dal 2004 al Comune la richiesta di aprire un centro benessere utilizzando acqua termale. Gli serve il quattro per cento, tutto qui, come una goccia nel mare delle vene sotterranee. Il comune si dichiara interessato, sembra capire che il turismo può avere una spinta in alto dall'Helvetia, tanto è vero che realizza le tubature per trasportare l'acqua, e si rivolge all'Autorità Garante della Concorrenza perché finalmente finisca il regime di monopolio e parta la concorrenza.
L'Helvetia scrive anche direttamente alla Società delle Terme, e da questo momento comincia la rappresaglia. I nostri eroi sono pronti a inaugurare la struttura rinnovata, è fine primavera del 2005, quando arriva il rifiuto e la diffida. Quell'acqua non si tocca, è un monopolio legale. Naturalmente non è vero, una cosa, secondo le leggi, è l'attività di estrazione, altra è la prestazione di cure e servizi, alla quale tutti dovrebbero poter accedere liberamente, e stiamo parlando sempre del quattro per cento. Inutili si rivelano le lettere al presidente della Regione, Vasco Errani, a quello della Provincia, Beatrice Traghetti, agli assessori competenti, alla Feder Terme. Non rispondono nemmeno. Finché l'ordine non arriva anche al Comune e il sindaco Sergio Sabattini (indovinate a quali partiti appartengano tutti questi signori) si rimangia tutto e da allora, se cercato, fa rispondere di avere cose più importanti delle quali occuparsi. È giusto, che importanza volete che abbia il futuro turistico del paese e quello dei quaranta dipendenti dell'Helvetia!
Siccome l'amministratore delegato, Gianluca Pavanello, e il direttore sanitario, Aspero Lapilli, sono due tosti, si rivolgono direttamente all'Autorità Garante, e il 26 giugno il presidente, Antonio Catricalà, invia al presidente della Regione un parere esplicito: le distorsioni della concorrenza nel settore termale di Porretta violano una serie di leggi della stessa regione Emilia Romagna. Errani se ne infischia, in Italia, fa parte del nostro amore per le liberalizzazioni, il parere dell'Antitrust non è vincolante, fa sapere. Siamo all'inizio dell'estate, e Pavanello non si rassegna ancora, ma fa due cose estreme: mette la vertenza nelle mani di un grande studio legale di Bologna, Roversi Monaco-Morello-Pittalis, e scrive al ministro Pierluigi Bersani, l'uomo delle liberalizzazioni. Gli invia anche una lettera appello dei dipendenti dell'Helvetia. Chiede un incontro, un interessamento e uno scatto di reni del ministro. Gli spiega che ne va dell'economia futura dell'Alta Valle del Reno, che così continuando gli investitori scapperanno e i turisti pure.

Non rinuncia a una battuta sacrosanta: le liberalizzazioni che piacciono sono solo quelle degli altri. Attende ansiosamente risposta, che a oggi, più di tre settimane dacché la missiva è stata recapitata sul tavolo del ministro per le Attività Produttive, non è arrivata.
Maria Giovanna Maglie

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