Bonfiglio, per il tennis azzurro è buio pesto

Passerella straniera al «Bonfiglio», internazionale di tennis «under 18» con la consueta organizzazione del TC Milano. Hanno vinto lo slovacco Filip Horansky (6-4 6-4 in finale all'austriaco Patrick Ofner) e la russa Irina Khromacheva (6-4 6-3 in finale alla montenegrina Danka Kovinic) che ha centrato il sesto torneo consecutivo.
Un'edizione tutta straniera, solo un paio di squarci azzurri nei tabelloni zeppi di cognomi difficilmente pronunciabili, ragazzi dell'est o del sudamerica che allo sport chiedono, e spesso vi trovano, il riscatto di situazioni vissute a lungo in difficoltà.
C'era grande attesa per Gianluigi Quinzi, quindicenne mancino di Porto S .Giorgio che si allena alla scuola di Nick Bollettieri, seguito a Milano dal coach Eduardo Medica, campione europeo «under 14» che tenta l'ingresso precoce nel tennis quasi maggiorenne. Quinzi ha strabiliato all'esordio battendo l'inglese Morgan, numero 9 nella classifica mondiale di categoria. Un successo importante ma che ha creato sul ragazzo marchigiano un'imprevista pressione con azzardati paragoni a grandi campioni. Il giorno dopo contro l'austriaco Ofner - arrivato sino alla finale - s'è visto un Quinzi meno sicuro, ko da otto giochi consecutivi. I colpi vincenti all'esordio improvvisamente cancellati da troppi errori, dall'emozione e certamente dal peso di dover confermare il risultato-sorpresa dell'esordio. Ha i colpi, il fisico, la costanza ed il sacrificio negli allenamenti, la volontà di realizzare un grande progetto. Saranno decisivi i prossimi anni, ma - secondo i suoi allenatori - potrebbe tentare in anticipo l'ingresso nel tennis professionistico.
Le positive prospettive che accompagnano Gianluigi Quinzi, e in parte Filippo Baldi (pavese supportato da buon talento che l'ha portato a contrastare efficacemente il croato Pavic, numero 6 del ranking mondiale), non compensano la disfatta degli altri azzurrini, prevedibile dato che nessuno era entrato nel tabellone per meriti di classifica ma beneficiando di wild-card o attraverso le qualificazioni, che in simili tornei sono di bassa qualità. Solo due hanno superato il primo turno,
Napolitano graziato dai crampi e dall'ingenuità tattica e regolamentare dell'inglese Broady che conduceva 5-1 il tie-break decisivo, e Campo che ha vinto il derby con Maccari. Per gli altri sette una breve comparsa, nemmeno un set vinto. Situazione analoga nel settore femminile, la Stefanelli (brindisina che gioca a Sassuolo) ha superato due turni prima di arrendersi all'ucraina Poznikhirenko, le altre nove tutte fuori senza un set all'attivo. E' stato uno dei tornei più negativi per il tennis giovanile italiano, per la generazione di rincalzo. Manca il campione trainante ed è una giustificazione valida osservando che nazioni in costante sviluppo sono meglio rappresentate, i serbi ad esempio beneficiano dell'immagine trainante di Novak Djokovic, gli austriaci, tornati dopo anni di assenza, sono trascinati da Melzer.

Le ragazze dell'est - sempre numerose e competitive hanno le immagini delle varie Sharapova e delle altre «ova» che monopolizzano le top-ten mondiali. Ma il settore femminile non sembra trainato da Francesca Schiavone, giusto un anno fa regina a Parigi e numero 4 al mondo, da Flavia Pennetta, dai successi nella Fed Cup.

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