Bonifica dell’amianto: indagine sui finanziamenti

Non bastano 34 operai stroncati da tumore e malattie rare a causa dell’amianto e di sostanze velenose. Nemmeno l’inchiesta sulle «mazzette» di 100 milioni che avrebbero percepito alcuni sindacalisti per tacere sui rischi dello stabilimento. Lo spettro dell’ex Goodyear di Cisterna di Latina continua ad aleggiare. Sull’ex sito, che ha cessato la produzione nel 2001, esiste una nuova denuncia che riguarda quella che avrebbe dovuto essere la riconversione dell’azienda. La vicenda sulla quale indagano carabinieri e finanza è legata ad alcuni finanziamenti concessi per la riconversione dello stabilimento dal ministero dell’Industria, del Lavoro e dagli enti regionali.
Il 29 dicembre 2000, infatti, Sviluppo Lazio Spa e Meccano Aeronautica Spa firmarono un contratto per attivare la reindustrializzazione dell’ex Goodyear. Il Comitato per il Coordinamento delle Iniziative per l’occupazione, dopo aver valutato alcuni progetti per il recupero del sito, scelse la Meccano Aeronautica Spa, specializzata in sistemi di comparto aeronautico e ferroviario. Questa azienda avrebbe dovuto, entro il 31 dicembre 2007, garantire la rimozione e lo smaltimento delle strutture di amianto e la riqualificazione dell’area oltre alla stabilizzazione dei lavoratori ex Goodyear. In cambio la Regione, in base alle norme europee concedeva 3.623.400 di euro pari al 45 per cento delle spese necessarie per compiere l’opera, stimate intorno a 8.052.000 euro. La differenza l’avrebbe messa Meccano. Sviluppo Lazio avrebbe erogato la cifra a più riprese, in base all’avanzamento dei lavori, valutato da un ingegnere, e subordinato all’avvenuto pagamento delle spese alle aziende subappaltatrici che la Meccano avrebbe scelto. Tutto e solo dietro presentazione di contabile bancaria. Chiaro dunque. O almeno così doveva essere. La Meccano Aeronautica scelse il Consorzio Italcojimp per la bonifica dell’amianto e la demolizione delle strutture «a rischio». Quest’ultimo ha iniziato i lavori nel novembre 2003, e la Meccano ha pagato fino alla sesta quota della bonifica. Poi stop. La denuncia, presentata il 14 giugno 2007, riguarda questo punto. L’Italcojim spiega di aver ricevuto una lettera dalla Meccano con la quale veniva data disposizione ad una banca di effettuare un bonifico di euro 1.102.901,70 in favore del Consorzio per la settima e ottava tranche di lavori. In cambio chiedeva una liberatoria, per ottenere da Sviluppo Lazio l’erogazione della somma. Mentre il Consorzio evadeva la richiesta, la Meccano di nascosto ritirava l’ordine di bonifico, ottenendo ugualmente il denaro dalla Regione. Così ha usufruito della liberatoria, senza pagare quanto dovuto alla ditta che a febbraio 2007 ha sospeso i lavori.
Dopo la denuncia, il pm ha delegato la finanza a compiere gli atti utili per valutare un’eventuale ipotesi di truffa da parte della Meccano verso Regione e Consorzio. Nel frattempo l’area è sequestrata perché la Meccano, ha perso una causa di lavoro nei confronti di 5 ex operai Goodyear.

In tutto questo: che fine ha fatto la Regione che avrebbe dovuto controllare che il piano industriale fosse realizzato entro il 2007? L’ultimo finanziamento dato alla Meccano dall’ente regionale? E a che punto è la riconversione dell’ex Goodyear? Su questo punto la risposta c’è: il piano industriale sovvenzionato dai finanziamenti è una chimera.

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