Bonus bebè esteso ai figli degli stranieri

Visto com’è andata, forse era meglio evitare il ricorso. Perché il Comune di Tradate, ora, dovrà mettere mano al portafoglio più di quanto non fosse già stato obbligato a fare. I giudici di secondo grado del tribunale di Milano, infatti, hanno condannato l’amministrazione a pagare gli arretrati a quelle coppie miste alle quali era stato negato il bonus bebé per i figli nati in Italia. Dopo la condanna per «discriminazione» già subita in primo grado, infatti, l’ente dovrà ora staccare un assegno di 500 euro per ogni bimbo venuto alla luce negli ultimi tre anni.
Il nuovo giudizio è il frutto dell’impugnazione dell’ordinanza di primo grado del 21 luglio presentata proprio dagli avvocati di Tradate. Nel reclamo, il Comune sosteneva che il bonus bebè stanziato con una delibera del settembre 2007 non è un ammortizzatore sociale da garantire per legge a tutti i cittadini bisognosi anche se stranieri, ma un incentivo per contrastare il calo demografico della Lombardia. Un fenomeno «grave», scrivevano i legali nel documento, perché «è del tutto ovvio che alla morte dei popoli si accompagna, ineludibilmente, la morte delle rispettive culture». I giudici, però, hanno rigettato il reclamo. Sottolineano che anche per la legge regionale del 2008 tutti gli stranieri in regola «beneficiano di una forma di protezione personale, riconosciuta a livello internazionale». E ricordano che «il principio costituzionale di uguaglianza non tollera discriminazioni» in tema di «godimento dei diritti inviolabili dell’uomo».


Di conseguenza, osservano che per far cessare il comportamento discriminatorio da parte di Tradate nei confronti degli stranieri non basta rimuovere, come già deciso in primo grado, la parte della delibera che condiziona l’erogazione del bonus bebè alla cittadinanza italiana di entrambi i genitori, ma occorre andare oltre: «Per la completa rimozione degli effetti della discriminazione - scrivono le toghe - è anche necessario ordinare al Comune di Tradate l’erogazione del bonus a tutti i neonati che abbiano almeno uno dei genitori residenti a Tradate da almeno 5 anni». Quindi ordinano all’amministrazione «di offrire l’erogazione del cosiddetto bonus bebè ai neonati iscritti all’anagrafe del comune stesso dal 2007 in poi».

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