"Alla Nato blitz dispettoso di chi conta i giorni dell'addio alla carica". Intervista al generale Giorgio Battisti

Il segretario è a fine mandato. Così danneggia tutta l'Alleanza

"Alla Nato blitz dispettoso di chi conta i giorni dell'addio alla carica". Intervista al generale Giorgio Battisti
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Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha parlato di «affronto personale». Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha infatti nominato l'inviato per il fronte sud dell'Alleanza, lo spagnolo Javier Colomina. Una figura, quella dell'inviato per il Mediterraneo, fortemente voluta da Roma che, giustamente, confidava in questa nomina. Che però non è arrivata. Ne abbiamo parlato con il generale Giorgio Battisti che, oltre ad aver ricoperto incarichi in tutto il mondo, è stato anche a capo del Corpo d'Armata di Reazione Rapida della Nato in Italia.

Generale, è sorpreso da questa nomina?

«La decisione della Nato di nominare questo spagnolo, un diplomatico di non elevato livello e con poca esperienza pregressa, ha stupito un po' tutti. Anche perché quella carica era stata sponsorizzata dalla Meloni durante il recente summit a Washington».

Crosetto ha parlato di affronto personale...

«Sembra quasi che Stoltenberg non abbia gradito la posizione, o per lo meno la richiesta, dell'Italia di avere un inviato speciale per il Mediterraneo».

Che idea ha Stoltenberg della Nato?

«Viene dalla Norvegia ed è lì che tornerà a ottobre. Raccoglie le posizioni dei Paesi del Nord che naturalmente vedono come maggiore minaccia, o come rischio, la Russia. Se leggiamo l'ultimo report della Nato, vediamo che per 12 volte viene menzionata la Russia; 10 volte la Cina; una sola volta il Mediterraneo. C'era dunque già questa posizione di partenza orientata verso l'Indo-Pacifico e pochissima attenzione al Mediterraneo».

Però il Mediterraneo resta centrale

«Se guardiamo agli ultimi anni, i Paesi dell'Europa che fanno parte della Nato hanno subito le maggiori minacce dal Mediterraneo. Pensiamo agli attentati terroristici in Francia, Belgio, Spagna che provenivano dal Mediterraneo. Per arrivare nell'Indo-Pacifico, inoltre, bisogna passare per il Mar Rosso, che è sotto attacco degli Houthi».

La proposta italiana sarebbe stata di grande aiuto alla Nato quindi?

«Avrebbe sollevato una maggiore attenzione verso il fronte sud. La Russia ha un porto militare a Tartus, in Siria. Poi sta prendendo accordi con Haftar per una base militare a Tobruk. Il Mediterraneo ora è un punto di incrocio di varie situazioni di crisi: quelle che provengono dal Sahel, l'immigrazione incontrollata, poi abbiamo l'intero Medio Oriente, dove la situazione non è affatto tranquilla».

Probabilmente questo sarà uno degli ultimi atti di Stoltenberg

«È già nel semestre bianco e il fatto di scegliere questo inviato speciale senza consultare i 32 Paesi dell'Alleanza Atlantica è stata una forzatura della sua posizione».

Perché l'ha forzata così tanto?

«Da quello che si dice, Stoltenberg non voleva che venisse approvata la proposta della Meloni. È una forma di ripicca, sostanzialmente».

C'è chi sostiene che questa decisione sia dovuta al fatto che la Lega, in Europa, abbia degli alleati filorussi

«Non credo sia

plausibile, anche perché se fosse stato così, Stoltenberg avrebbe avuto anche altre leve da attivare, come ad esempio non nominare l'ammiraglio Cavo Dragone quale prossimo presidente del Comitato Militare dell'Alleanza Atlantica».

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