La bufera dei dazi si abbatte sulle Borse: Europa in rosso

Le piazze europe sono caratterizzate dal segno meno a causa dei dazi annunciati dal presidente TrRump non più circoscritti a pochi paesi, ma universali. A Milano soffrono le banche, ma corrono le utility. Spread stabile a 112 punti

La bufera dei dazi si abbatte sulle Borse: Europa in rosso
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Profondo rosso per le Borse europee. La settimana inizia con il segno meno per le principali piazze europee: il Dax di Francoforte lascia sul terreno l'1,13% a 22.203 punti. Il Ftse 100 di Londra segna -1% e anche per il Cac 40 di Parigi ci sono perdite dell'1,13%. A metà mattina Milano è in calo dello 1,40% (38.195 punti l’indice Ftse Mib) con le banche e Prysmian tra i titoli più venduti. A pesare sull'andamento dei mercati è la minaccia dei nuovi dazi universali al 20% annunciati dall’amministrazione Trump a partire da dopodomani, mercoledì 2 aprile. A Milano si salvano Tim e le utilities, vola Bialetti. Giù Unicredit, Banco Bpm, Poste, Unipol, Pop di Sondrio, Bper, Mediobanca, Generali, Mps, Stellantis e Juventus. Sul listino milanese Unicredit scende dell’1,71% a 52,29 euro dopo che il cda ha deliberato all'unanimità, in esecuzione della delega conferita dall'assemblea straordinaria degli azionisti del 27 marzo scorso, l'aumento di capitale per l’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria promossa sulla totalità delle azioni ordinarie di Banco Bpm (-1,79% a 9,41 euro). Unicredit ha anche incassato il via libera di Bce e Banca d'Italia per l'acquisizione del Banco. Ora si aspetta l’ok Consob al prospetto dell’ops questa settimana.

I dazi annunciati da Donald Trump si abbattono come una scure sulle Borse europee. Lo stoxx 600, l'indice azionario che raccoglie 600 delle principali capitalizzazioni di mercato europee, ha registrato un calo dell'1,5%, bruciando 245 miliardi di capitalizzazione. A Piazza Affari il calo dell'1,77% del listino Ftse Mib manda in fumo 16,43 miliardi. I dati ad alta frequenza mostrano che la fiducia degli investitori e dei consumatori si sta indebolendo. L'introduzione di misure commerciali crea incertezza e influisce sulla fiducia dei consumatori e degli investitori: lo ha detto la direttrice del Fmi Kristalina Georgieva in una intervista pubblicata sul sito della Reuters.

Aumento dei dazi universali

A spaventare gli investitori questa mattina è soprattutto l'ennesimo cambio d'idea del presidente Usa. Trump ha annunciato che i dazi reciproci riguarderanno tutti i Paesi e non solo i 15 con il maggior squilibrio commerciale. Questa dichiarazione smentisce le parole di Kevin Hassett, consigliere economico di Trump, che in una conferenza aveva dichiarato che i provvedimenti avrebbero riguardato solo un ristretto gruppo di Paesi.
Al contempo il tycoon ha minacciato di imporre dazi fino a un massimo del 50% su tutto il greggio proveniente dalla Russia se dovesse rendersi conto che Mosca sta ostacolando gli sforzi americani per porre fine alla guerra in Ucraina, aggiungendo che i provvedimenti potrebbero entrare in vigore nel giro di un mese se non si giungerà a un cessate-il-fuoco. Come se non bastasse ha minacciato di bombardare l'Iran e di imporre dazi secondari, quelli cioè che riguardano chi acquista beni del Paese, nel caso non venga raggiunto un accordo sul nucleare.
Restando in Medio Oriente, Hamas ha detto di aver accettato una proposta di cessate il fuoco dai mediatori di Egitto e Qatar che prevede il rilascio di cinque ostaggi israeliani a settimana.

Spread Btp/Bund in aumento a 111,4

Con gli investitori che devono fare i conti non solo con i timori per un aumento dell'inflazione a livello globale ma anche con il rallentamento della crescita, lo spread Btp/Bund sale a 111,4 punti base con il rendimento del Btp 10 anni in calo al 3,81%. In settimana da monitorare anche i dati sul lavoro negli Stati uniti che venerdì potrebbero offrire segnali del temuto rallentamento della prima economia mondiale. La presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha detto che gli ultimi dati macro Usa confermano il fatto che due tagli dei tassi quest'anno, previsto nello scenario di base, siano «ragionevoli».

L'Euro in aumento dello 0,06% a 1,081 dollari

Nel fratttempo l’euro sale dello 0,06% a 1,081 dollari dopo che le vendite al dettaglio in Germania sono aumentate dello 0,8% a livello mensile a febbraio, dopo l'incremento rivisto dello 0,7% a gennaio. La lettura è superiore all’attesa del consenso degli economisti che si aspettava un dato invariato su base mensile. A livello annuo, le vendite al dettaglio della Germania sono aumentate del 4,9%, rispetto alla precedente crescita rivista del 3,3% anno su anno. Anche i prezzi delle importazioni tedesche sono cresciuti del 3,6% su base annua a febbraio, dopo l'aumento del 3,1% a gennaio.

Su base mensile, i prezzi delle importazioni tedesche sono aumentati dello 0,3%, mentre il consenso degli economisti si aspettava un calo dello 0,1%. Lo spread Btp/Bund con il clima di avversione per il rischio balza a 114,07 punti base.

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