Brutti alle toghe: confidiamo in voi

da Roma

Si rivela infelice la frase di Massimo Brutti. «Confidiamo - dice - nel giudizio informato e serio dei magistrati che sono incaricati di riesaminare i voti contestati e provvisoriamente non assegnati». Il responsabile Giustizia dei Ds risponde così alle polemiche di questi giorni sul controllo elettorale chiesto dal centrodestra, che si dice ancora in attesa del risultato ufficiale della competizione dello scorso weekend.
Brutti fa riferimento all’articolo 76, numero 2 del Testo Unico in vigore, che attribuisce alla magistratura la verifica finale, fino alla proclamazione da parte della Cassazione. Ma la sua dichiarazione viene letta dalla Casa delle libertà come un sottile avvertimento alle toghe perché vigilino sulla conferma della vittoria dell’Unione e di Prodi.
Una frase «pessima», per Jole Santelli. E il sottosegretario alla Giustizia di Forza Italia dice chiaramente che cosa intende. Per lei, la dichiarazione «suona come una chiamata alle armi di dubbio gusto politico». Se Brutti afferma di «confidare» nel giudizio dei magistrati incaricati di riesaminare i voti contestati, per l’azzurra c’è da preoccuparsi. Anche perché è nota la vicinanza dell’esponente della Quercia ai vertici dell’Anm e alle varie correnti, in testa quelle tanto influenti di sinistra e cioè Magistratura democratica e Movimento per la giustizia. Così come è nota la grande aspettativa con la quale le toghe guardano a un eventuale governo Prodi che le liberi dell’odiata riforma Castelli e di altre leggi della Cdl duramente avversate in questi anni.
Ma Brutti spiega la sua uscita semplicemente con riferimento alle norme vigenti. E la sua tranquillità sulla verifica in corso delle 50 mila schede contestate accredita l’idea che alla fine non ci saranno sorprese. Non sfavorevoli al centrosinistra, almeno.


«La legge elettorale e le disposizioni emanate dal ministro dell’Interno - dice il diessino - hanno fornito regole e criteri chiari per le operazioni di scrutinio, anche riguardo alla nullità derivante dall’indicazione di nomi di candidati sulla scheda. Le regole e i criteri prefissati hanno orientato il lavoro dei presidenti di seggio e degli scrutatori. Perciò è su questa base che dovrà svolgersi il riesame».

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