Burlando non vuole il presepe in Regione

Figlio di un portuale e di una contadina, nipote di emigranti, un parente che lo accomuni a chi si trova di fronte lui lo trova sempre. Claudio Burlando, candidato del centrosinistra in Liguria, ha persino lasciato che un giornale gli affibbiasse come padre spirituale il cardinale Angelo Bagnasco

Burlando non vuole il presepe in Regione

Genova - Figlio di un portuale e di una contadina, nipote di emigranti, un parente che lo accomuni a chi si trova di fronte lui lo trova sempre. Claudio Burlando (nella foto) ha persino lasciato che un giornale gli affibbiasse come padre spirituale il cardinale Angelo Bagnasco. In piena campagna elettorale e con l’accordo da stringere con l’Udc a ogni costo, il governatore della Liguria si è ben guardato dal rivendicare la sua laicità. Intanto a garantire i compagni alleati da pericolosi avvicinamenti ai valori della Chiesa ci pensavano i fatti, le delibere, i cinque anni di governo della Regione.

Sempre spalleggiato dai duri e puri della fu Margherita, Burlando aveva iniziato sfidando addirittura Fausto Bertinotti sul presepe. Nel 2006 la mangiatoia (quella con il bue e l’asinello) un po’ di spazio alla Camera l’aveva trovato, nella sede della Regione Liguria no. An ci aveva provato con una mozione, ma la partita era finita 12 a 11, con la maggioranza a dire no a Gesù Bambino grazie alla preziosa astensione del cattolicissimo scout vice di Burlando, molti desaparecidos e il resto della sinistra compatto attorno al governatore. Pochi mesi e la battaglia per il crocifisso nelle scuole aveva rafforzato il fronte laico. La mozione della Lega era finita nel cestino con molti voti «centristi» contrari, e la «fuga» dell’attuale leader regionale dell’Udc, Rosario Monteleone. Gli stessi centristi che votarono la cancellazione dei buoni scuola alle famiglie meno abbienti appena introdotti dal centrodestra di Sandro Biasotti. A chi possa riferirsi in Liguria l’appello del cardinale Bagnasco è fin troppo chiaro dopo il precedente della pillola abortiva Ru486, con le solite «assenze» a impedire che un ordine del giorno fermasse la sperimentazione.

La maggioranza di Burlando era «scivolata» solo sul Family Day, quando per un voto era stata deliberata la partecipazione della Regione con tanto di gonfalone. In quel caso era stato il governatore in persona a risolvere l’imbarazzo, spiegando che il gonfalone è a disposizione della giunta, ovviamente contraria al suo uso troppo «cattolico», e che il volere del consiglio non vale. Dal passato al presente, solo conferme.

Burlando ha appena rifiutato di firmare il patto pre-elettorale con il «Forum ligure associazioni familiari». Un patto che conteneva anche la cancellazione dell’ultima legge approvata da Burlando e dai suoi alleati Udc per concedere agevolazioni e privilegi agli omosessuali con la scusa del rifiuto delle discriminazioni.

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