I costruttori italiani apprezzano lo sforzo del governo per contrastare la crisi economica, ma chiedono di più e subito: innanzitutto, un piano straordinario su infrastrutture e rilancio delle città.
«Non c'è più tempo da perdere -dichiara il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti- . Siamo assolutamente convinti che il Paese può risollevarsi e che le nostre imprese hanno le capacità per reagire, ma c'è bisogno di un atto di coraggio da parte della politica e di prendere decisioni rapide ed efficaci».
L'associazione dei costruttori apprezza «lo sforzo del governo, che in queste settimane è al lavoro per varare un decreto infrastrutture, ma - sottolinea Buzzetti- perchè questo intervento sia efficace nell'immediato e aiuti il Paese a crescere le semplificazioni non bastano».
Bene, dunque, le intenzioni dell'esecutivo, ma l'Ance è convinta che per uscire dalla crisi «non bastano nuove regole, servono risorse e interventi mirati per mettere in sicurezza il territorio e far ripartire l'occupazione».
Buzzetti si mostra ottimista sulle potenzialità del Paese e del suo tessuto imprenditoriale, pur tracciando un quadro allarmante della situazione attuale.
Ricorda, infatti, che l'Ance in questi mesi ha denunciato la pesante stretta creditizia che ha investito le imprese e il problema dei ritardati pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni «strangolate - come dice Buzzetti- dal patto di stabilità che sta portando alla chiusura migliaia di imprese qualificate e lasciando senza lavoro centinaia di migliaia di lavoratori specializzati».
Per il numero uno dei costruttori italiani, in particolare, «servono risorse immediate per far ripartire le opere pubbliche, grandi e piccole, e per mettere in sicurezza il territorio attraverso un programma di piccoli e medi interventi».
Oltre a questo, l'Ance chiede un piano per lo sviluppo delle città, « che a livello internazionale stanno perdendo competitività, ma che attraverso un sistema di leve e d'incentivi fiscali potrebbero tornare ad attrarre investimenti privati e rappresentare un buon motore per la crescita».
Quanto al decreto 70, il cosiddetto decreto sviluppo, Buzzetti riconosce che « ha fatto molto sul piano legislativo per consentire interventi di riqualificazione e ammodernamento delle città, ma senza una regia di questi interventi e senza incentivi mirati il piano non può dare i frutti sperati».
A questo punto, dunque, secondo i costruttori, è ora che «le buone intenzioni si traducano in atti concreti capaci di ridare fiducia alle imprese, ai cittadini e ai mercati che certo vedrebbero con favore un segnale concreto di orgoglio e di grande reazione nazionale».
L'Ance ricorda di essere stata la prima a denunciare nel 2009, insieme a tutti gli Stati generali delle costruzioni, la pesante crisi che stava attraversando il settore dell'edilizia e le gravi ripercussioni che ci sarebbero state su tutta l'economia nazionale.
«I fatti purtroppo - rileva Buzzetti - ci hanno dato ragione e le gravi vicende finanziarie che hanno investito il nostro Paese negli ultimi mesi hanno ulteriormente peggiorato le difficoltà in cui operano le nostre imprese e i nostri lavoratori».
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